che tu diventasti alfine
mentre io ritornavo a te
dalle battaglie di Troia
e serbavo dentro il mio
cuore
null’altro che la tua bellezza.
Io lessi, durante la notte
delle lacrime, del tuo
dolore
lo scrissero le stelle
affrante
dalla tua prematura
dipartita
sicché il mio fu un
mesto viaggio
verso le coste della tua
Tracia.
Un mandorlo senza sorriso
emblema del nostro amore
che fu
ordunque il cuore mi
duole
al pensiero delle tue
labbra
capaci, un tempo, di
baci roventi
adesso legno privo di
anima.
Eppure io cingo il tuo fusto
tra le mie braccia
amorevoli
tanto che persino la dea
Atena
pare mostrare una pena
infinita
e d’incanto i tuoi nudi
rami
si adornano di fiori
bellissimi.
N° 3603 - 7 aprile 2019
Il Custode
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