che pulsa lacrime
d’acido
e gocce di malinconia…
Così pensò il burattino
mentre osservava quel
viso
fatto di pezza usurata
eppure talmente bello
da farlo uscire di
senno.
Un ago ed un arcolaio
per rammendare il
sorriso
che pareva oramai
ruggine
era polvere che si
perdeva
sopra il dorso
dell’uragano.
Egli sapeva cos’era l’amore
lo comprendeva ogni
volta
che guardava dentro lo
sguardo
di quella creatura stupenda
fatta di stracci e di
seta.
Ma lei non parlò
la voce, come onda del
mare
saliva ad adulare la
luna
poi diventava marea
diretta all’orizzonte
lontano.
E lui rimase solo
con l’ago piantato nel
petto
a piangere stalattiti di
sangue
e gli occhi, oramai
ciechi
non la videro più.
…Il tuo
cuore sgualcito
che, come fu la mia vita
non mi appartenne mai…
N° 3611 - 15 aprile 2019
Il Custode
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