in questi giorni di gelo
dove il cuore mio latita
davanti al bisogno di
vivere
e morire è un istante
di passione
indescrivibile.
Io ho l’anima spenta
la tua carezza è la
fiamma
è una luce che sibila
nella notte profonda
e il mio sentiero si
illumina
di lucciole e lanterne
Kong Ming.
Mi ricordo il tuo viso
che un tempo fu il mio
mandàla
dopo scese la nebbia
sul dorso della pianura
ed io evocavo lo
scirocco
per fare sì che
diradasse.
Ma ho perduto il tuo nome
nella tasca di un demone
egli ha rubato il mio
zaino
e con esso il mio diario
io so che eri una strega
che fingevi di essere
amore.
Se puoi, stammi vicino
almeno con il tuo
pensiero
e cosa importa se è rabbia
oppure odio che non sa
scemare
ogni bestemmia è più
dolce
di questo fottuto
silenzio.
N° 3613 - 16 aprile 2019
Il Custode
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