forse le nuvole antiche
o magari il suo cuore
ed occultato il suo
sorriso
lei affilò i propri
pensieri
e svanì insieme alla
marea.
Aveva negli occhi
il buio di un’intera
notte
trascorsa a contare le
stelle
e la fragranza sulla sua
pelle
sembrava averla rubata
alla prima onda del
mare.
Sulla barchetta di carta
caricò i suoi ultimi
sogni
insieme ad una bussola
cieca
che mostrasse la via per
Atlantide
ed una ghirlanda di
fiori
da donare alle sirene
gelose.
Sussurrò qualcosa alla luna
che però, essendo nomade
non comprese cosa
dicesse
ma la baciò come fosse
una madre
e si raccomandò con
Aurora
di non barattarsi la
vita.
Si diresse all’orizzonte
ma pareva solamente un
miraggio
poiché più lei vi si
avvicinava
più si faceva distante
allora pensò fosse più
facile
raggiungere il fondale
profondo.
Rimase sulla battigia
il suo profumo di
anemone
e la sua anima che
raccoglieva
relitti di anziane
conchiglie
arenate come spente
balene
sopra i granelli di
sabbia.
Intanto un solitario gabbiano
la cerca sopra le acque
e grida il suo pianto
distratto
ai pescatori e ai pirati
soltanto un uomo pensò di
vederla
ma non era che malato
d’amore.
N° 3609 - 13 aprile 2019
Il Custode
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