Translate

martedì 30 aprile 2019

LA CAMPANA DELLA MISSIONE

Rintocchi cupi di inferno
una eco che taglia il deserto
e sotto il sole rovente
la brezza diventa lieve carezza.

La sagoma della missione
è un mostro di calce e di zolfo
e la sua campana è delirio
che terrorizza i coyote.

Eppure è un sinistro richiamo
al quale non posso resistere
pare un invito ad entrare
dentro il suo ventre vorace.

Ed apro il pesante portone
la luce invade il suo atrio
inciampo in una distesa di corpi
che si perdono sul pavimento.

Quella visione di morte
mi inebria, mi incuriosisce
sicché io non riesco a fuggire
da quel luogo di desolazione.

Suona e rintrona, la campana
un rintocco per ogni cadavere
intanto mi prende la nausea
per il lezzo di putrefazione.

Poi, con una folata di vento
si chiude il pesante portone
adesso mi si tronca il respiro
io lo che mi appresto a morire.

Al centro del vasto deserto
suona il suo canto, la campana
poiché la maledetta missione
ha divorato l’intera mia vita.

  N° 3627 - 30 aprile 2019


                                                 Il Custode

IL CUORE DISTANTE

Il mio cuore è distante
dove neppure io so
e con una cannuccia di acciaio
sorseggia gocce di brina
con una forchetta di paglia
si nutre di antichi dolori.

Passa un falco e lo osserva
con una pena infinita
e dopo un lupo e si ferma
quasi volesse baciarlo
ma ha scordato l’amore
in un’arbanella di latta.

C’è un riflesso di cenere
che ne offusca la vista
e ancora l’acqua del lago
catino di lacrime e sangue
versate in un mattino d’aprile
forse in una sera d’agosto.

Però la clessidra è incrinata
e ha perso tutta la polvere
che anche pensasse pensieri
non saprebbe comunque volare
ma per quanto rimanga distante
si sente davvero a suo agio.

  N° 3626 - 30 aprile 2019

                                                  Il Custode

lunedì 29 aprile 2019

LA FOSSA

Siamo davvero in tanti
anime alla deriva
mentre ciò che rimane
di coloro che noi fummo
giace in una fossa comune
alla mercé dei vermi.

D’odio, d’intolleranza
ecco di cosa morimmo
appena fuori dalla città
dove il fiume scorreva
con un mormorio leggero
che pareva una litania funebre.

I bravi soldati del Nord
impregnati di fanatismo
ci uccisero senza pietà
poiché eravamo borghesi
medici, insegnanti e filosofi
il riflesso dell’antico regime.

Un unico colpo alla nuca
inginocchiati , noi, e penitenti
mentre gennaio si congedava
appena festeggiato il nuovo Tet
quando scesero dalle risaie
contadini armati e violenti.

Unti di povere, bagnati di sangue
e di calce e di rugiada
tutto ciò che sui nostri resti
vi cosparsero i vietcong
che ancora sembriamo fantasmi
alla ricerca di un posto sicuro.

Siamo davvero in tanti
anima senza più pace
in bilico sopra la brezza
nel cielo che dipinge Huè
e i nostri corpi in una fossa
oramai prossimi alla putrefazione.

  N° 3625 - 29 aprile 2019

                                                Il Custode

UNA GIOVANE LEPRE

Aspetto ancora mia madre
l’ho vista svanire tra i campi
oltre il muro di spighe leggere
che oscillano cullate dal vento.

Rimango nella mia tana
poiché dove la collina siede
io sento il latrato dei cani
che annusano l’aria e la terra.

I grilli sono creature impavide
e nonostante i cacciatori
continuano a cianciare d’amore
laddove le cicale riposano.

A me pare di avere udito
dei tuoni squarciare il silenzio
eppure il cielo è terso
solcato da una piacevole brezza.

Giusto il tempo di un lampo
che ha infranto la quiete dei boschi
ed ha zittito le api
intente a caricarsi di polline.

Sicché ritta sulle mie zampe
mi accorgo che giunge la notte
mia madre non sembra tornare
intanto io aspetto ancora…

  N° 3624 - 29 aprile 2019

                                                 Il Custode

domenica 28 aprile 2019

DEL TUO SANGUE

Il tuo sangue schizzò
giusto sulle mie labbra
io lo assaporai con la lingua
ed era così inebriante
che dal rivolo sulla tua gola
famelico, io mi dissetai.

Amante della tua bellezza
io ti volli al mio fianco
per affrontare le tenebre
come si addice ad un re
che omaggia la sua regina
col dono dell’immortalità.



Adesso, dentro le tenebre
io volo sul dorso del vento
l’alba è talmente distante
che io posso stringerti a me
per attimi di intensa magia
che vorrei non avessero fine.

Pozione che induce al delirio
questo è il tuo profumo
però è una sana pazzia
che io non intendo abiurare
e sotto il mantello, il mio cuore
implode in virtù del tuo amore.

  N° 3623 - 27 aprile 2019

                                                Il Custode

sabato 27 aprile 2019

DEDICA

Sei come ti credevo
da amare profondamente
e adulare allo spasimo
fino a che avrò voce
o pensieri da dire.

Tu sei bellissima
sarebbe assurdo ed ingiusto
asserire il contrario
solamente un folle potrebbe
fare a meno di te.

E ti amo davvero
quasi come tu fossi
la mia prima emozione
quel vagito che ho speso
appena ho visto la vita.

  N° 3622 - 26 aprile 2019

                                                Il Custode

SPIRALE

Continuerai ad odiare
fino a che avrai respiro
poiché il tuo destino
è prevaricare e discriminare.

Una spirale malvagia
che ti indurrà all’intolleranza
verso chi non ti somiglia
e non condivide il tuo ardore.

La politica dell’ideologia
che non rispetta nessuno
continuerai ad uccidere
e ne proverai piacere.

Ed avrai mille pretesti
per sfogare i tuoi istinti
perché sei un essere umano
è questa la tua dannazione.

  N° 3621 - 26 aprile 2019

                                                 Il Custode

giovedì 25 aprile 2019

LA FESTA

Scrissero che fu una festa
quando gli infami assassini
salirono sopra i carri armati
e sventolarono il Tricolore
tra gli sbadigli di aprile
ed il sangue di molti innocenti.

Per le strade delle città
i soldati inglesi, gli americani
insieme a loro ridevano i ratti
che negli anni della tempesta
si nascosero sulle montagne
per scampare al delirio nazista.

Ma alcuni davvero credettero
nell’utopia della democrazia
in un comunismo malsano
che fu causa di immense tragedie
di genocidi con il solo pretesto
di depredare quanto più si poteva.

Scrissero che furono eroi
senza macchia e senza paura
ma occultarono la verità
di quando, a guerra finita
trucidarono le ragazzine
per vendetta o per puro piacere.

Agitarono il temibile spettro
di un antifascismo di sola facciata
sebbene in molti, nei tempi migliori
furono strenui sostenitori
di ogni pensiero del Duce
di ogni parola che egli inventava.

Ed osteggiarono la dittatura
per istaurarne una peggiore
basata su libertà alquanto fittizie
ed ostilità verso gli oppositori
di qualunque culto o ideologia
…scrissero che fu una festa.

  N° 3620 - 25 aprile 2019

                                                Il Custode

UN PARROCCO

Pare che sia peccato
desiderare di averti
eppure, da dietro l’altare
io sogno soltanto il tuo viso.

Sicché, dall’alto del pulpito
io sembro essere maestoso
ma divento assai minuscolo
al cospetto del tuo sorriso.

E filtra dalle finestre
un raggio di sole insolente
che bacia la tua splendida pelle
così come vorrei fare io.

Ma chiuso nella sacrestia
mi nutro del tuo profumo di rosa
che sovrasta l’odore di incenso
e mi manda in confusione.

Bellissimo amore proibito
di te, per le vie del paese
tutti sparlano scandalizzati
manco tu fossi il demonio.

Mi perdonerà il Cristo
se sperso sulle tue labbra
io ho peccaminose visioni
che non potrei mai confessare.

  N° 3619 - 24 aprile 2019

                                                Il Custode

mercoledì 24 aprile 2019

TU BRUCI

Nella tua casa, tu bruci
ed io, durante la notte
osservo le altissime fiamme
ascolto le tue grida inumane.

Al crepitare del fuoco
del tuo dolore rimane la eco
chi tu fosti non ha importanza
presto sarai soltanto cenere.

Scintille scheggiano il cielo
sembrano essere lucciole
e l’odore del legno che arde
mi inebria l’olfatto e i polmoni.

Nella tua casa, tu bruci
ed io davvero vorrei vederti
ma il calore è insopportabile
per questo attendo all’esterno.

Le tenebre sono adirate
da questo chiarore invadente
e cadono al suolo, carbonizzati
foglie, zanzare e moscerini.

Il lezzo della benzina che ho usato
si perde fra le travi annerite
chi tu fosti è indifferente
adesso non sei che un cadavere.

  N° 3618 - 23 aprile 2019

                                               Il Custode

lunedì 22 aprile 2019

INFANZIA

Che poi io ero felice
seppure avessi davvero poco
e quel poco spesso non era mio.

Le strade prive di traffico
erano il mio campo di gioco
frattanto le anziane signore
controllavano dalle finestre
che nessuno mi facesse del male.

Le ferite guarivano in fretta
nonostante il fottuto collegio
alla mercé di sadiche suore.

Sicché ogni percossa ricevuta
mi rendeva molto più forte
ribelle al cospetto della vita
io tenevo a bada la paura
e nessuno mi poteva calpestare.

L’incoscienza dei pomeriggi
tra i ruderi del vecchio zuccherificio
quasi pronto a crollare all’istante.

E la scuola era un passatempo
una gara a chi aveva più palle
e le bambine, e le maestre
erano vittime di ogni angheria
poiché mi credevo un piccolo uomo.

Che poi io ero appagato
dalla mia problematica infanzia
che mi ha reso uno psicopatico.

  N° 3617 - 22 aprile 2019

                                                Il Custode