una eco che taglia il
deserto
e sotto il sole rovente
la brezza diventa lieve
carezza.
La sagoma della missione
è un mostro di calce e
di zolfo
e la sua campana è
delirio
che terrorizza i coyote.
Eppure è un sinistro richiamo
al quale non posso
resistere
pare un invito ad
entrare
dentro il suo ventre
vorace.
Ed apro il pesante portone
la luce invade il suo
atrio
inciampo in una distesa
di corpi
che si perdono sul
pavimento.
Quella visione di morte
mi inebria, mi
incuriosisce
sicché io non riesco a
fuggire
da quel luogo di
desolazione.
Suona e rintrona, la campana
un rintocco per ogni
cadavere
intanto mi prende la
nausea
per il lezzo di
putrefazione.
Poi, con una folata di vento
si chiude il pesante
portone
adesso mi si tronca il
respiro
io lo che mi appresto a
morire.
Al centro del vasto deserto
suona il suo canto, la
campana
poiché la maledetta
missione
ha divorato l’intera mia
vita.
N° 3627 - 30 aprile 2019
Il Custode