il tiepido vento di Scirocco
si posa sopra i miei capelli
indugia dentro i pensieri
dopo riprende il cammino.
Pare sia lo sbuffo degli dei
il mormorio sfuggito ad Atlantide
che tornato in superficie
si insinua dentro castelli di sabbia
che collassano nella risacca.
Si fermano i gabbiani sulle bitte
e i pescatori con la pipa in bocca
scrutano lontano, all’orizzonte
temendo di vederlo ripartire
quasi fosse la eco dell’autunno.
Però gioca e crea mulinelli
sopra il mare lucente dell’estate
e la gente, ferma sopra il molo
si abbandona a quel veloce abbraccio
malinconico quanto un disperato amore.
N° 4148 - 15 luglio 2020
Il Custode
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