mentre calpesto gli sterpi
e brilla sopra le foglie
il sangue della mia anima
ma devo ritrovare il cuore
portatomi via da una donna.
Alberi mi vengono incontro
mi tendono i loro rami
sembrano braccia avvizzite
dal tempo trascorso all’inferno
e vollero diventare umani
ma adesso ne sono pentiti.
Io seguo i passi veloci
percorsi dal mio destino
ora lo specchio è infranto
come potrei mai ritornare?
E si alza una nebbia leggera
un velo sul letto del bosco.
Fuggono via gli animali
si perdono dove c’è il nulla
nel punto in cui il sentiero finisce
è l’oscuro suo nascondiglio
l’eretico mi disse che è là
che io troverò il mio futuro.
Le fiamme dentro i miei occhi
illuminano l’intero antro
in un canto giace il cadavere
della stupida, ingenua donna
mi avesse concesso il suo amore
io non la avrei mai uccisa.
Guardo meglio ed ovunque
nella tana del Bianconiglio
e riconosco i miei resti
dagli anelli, dal sorriso spento
l’ombra che cercava il suo cuore
era quella della mia vita che fu.
N° 4166 - 29 luglio 2020
Il Custode
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