i miei occhi ed il cuore
posati sopra il tuo viso
ad immaginare parole
che tu non volevi dire.
Sembravi quel mondo
che chiuso nella mia tasca
mescolava gli oceani
e ti dedicavo maree
altrimenti orfane onde.
Ho questa predisposizione
nello sbagliare sentiero
scelgo quello più oscuro
dopo incespico e cado
e mi ritrovo nel fango.
Perciò ti volto le spalle
giacché mi hai mostrato la via
fatta di sorrisi artefatti
poiché non hai accettato
che anche io avessi un’anima.
La mia solitudine brilla
al solo ascoltare il tuo nome
però io spengo la luce
sui troppi ricordi vissuti
e adesso soltanto rimpianti.
Sicché io ti abiuro
ed apro un solco profondo
giusto al centro del petto
tu ne dovrai pur uscire
a costo della mia morte.
N° 4136 - 3 luglio 2020
Il Custode
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