Un’ultima luna
e davanti a lei il baratro
alle sue spalle, la vita
che si trascina a fatica
lei la chiama, l’attende
infine si perde nel buio.
Come una
foglia morente
plana senza alcuna premura
intanto la luna la osserva
e pare che perda una lacrima
lei le tende le ali
consumate oramai dall’inedia.
Per sollevarla
dal nulla
che spalanca le proprie fauci
lucciole, perfino zanzare
afferrano la sua veste sgualcita
lei le carezza e con garbo
sussurra che non può restare.
Lontano un
giovane lupo
le canta una litania antica
nell’oscurità tanto densa
il profumo del grande amore
lei lo annusa, non lo vede
e fa spallucce al destino.
La luna
diventa minuscola
il cielo è ancor più distante
l’asfalto è pronto a ricevere
il flebile, moribondo respiro
lei lo sceglie con molta cura
e dopo tace per sempre.
N° 2984 - 22 agosto 2015
Il Custode
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