Muovono sopra
il palco
quelle figure testarde
e sotto i riflettori spenti
danzano come la polvere
come se il tempo, la morte
non fossero mai accaduti.
Sulle
poltrone, nella platea
la stoffa è ancora impregnata
del lezzo acre e vomitevole
provocato dagli antichi ricordi
ma continuano la loro recita
le ombre degli artisti defunti.
Sopra i
tendaggi sbiaditi
e sul legno dei loggioni
vi sono le macchie di tenebra
il marchio lasciato dal fuoco
come artigli sopra la schiena
di ciò che restò del teatro.
Tacciono
oramai gli applausi
siccome le grida d’orrore
ma concedono l’ennesimo inchino
gli spettri di chi venne arso
dalle fiamme che si alzarono
per procurare anime al diavolo.
N° 2979 - 17 agosto 2015
Il Custode
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