Cammino per
puro caso
sopra i tasti del pianoforte
ed intono note tristissime
d’accompagno alla malinconia
uno sfondo senza colore
è questo il destino che ho scelto.
In bilico eppure
danzo
per non pensare il passato
ho il cappello ed il bastone
solamente per darmi un tono
l’anima mia è aristocratica
il cuore, un vecchio clochard.
Cammino ed è
già notte
dove vivono creature perdute
i gatti che cantano i propri sogni
ad una luna alquanto svogliata
e sui marciapiedi le lucciole
che hanno smarrito il futuro.
È tesa ed è
molto robusta
la fune sulla volta del cielo
se non avessi le tasche bucate
io potrei raccogliere stelle
da seminare per le vallate
e sbalordire coleotteri ed api.
I miei occhi
sono sudati
eppure la brezza è fresca
ed il mio fazzoletto di seta
è pregno di cicatrici e ricordi
io osservo il buio distante
che pare mi voglia abbracciare.
Seduto
sull’ultimo diesis
mi riposo per un solo istante
ho vomitato pensieri malsani
che ho nascosto sotto il tappeto
sicché adesso riprendo il cammino
e non mi interessa arrivare.
N° 2977 - 13 agosto 2015
Il Custode
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