I tuoi occhi
penetranti
sono tagliole sul mio sentiero
io ne sono prigioniero
ed impreco mentre sanguino.
Ma il mio
sangue sulla lingua
ti rende sublime ed appagata
e sul tuo viso si disegna
una sensualità crudele.
Tu hai
viaggiato notti e lune
per raggiungermi ed avermi
adesso mi hai trovato, o strega
io ti attendevo nell’oblio.
Figlia di un
rogo di piazza
con il tuo stuolo di tarantole
ma la tua bellezza cadaverica
mi mesmerizza mente ed anima.
I tuoi artigli
sul mio petto
sono unghie sopra l’ardesia
scavano al ritmo del mio cuore
che stride alla tua presenza.
Nel tuo angolo
di inferno
tu pregustavi la mia caduta
adesso ti appartengo, o strega
che tu sia vita oppure morte.
N° 2969 - 4 agosto 2015
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento