All’alba
dell’ultimo giorno
fu allora che la morte arrivò
e dissero che non ebbe cuore
dissero non avesse premura
sicché attese paziente e silente
nella camera della bambina.
Nel
dormiveglia, distesa sul letto
lei annusò il suo odore forte:
<<La tua fragranza emana pietà
e compassione che trovo irritante.>>
Lo sguardo cupo della nera signora
rifletteva sui vetri e nella penombra.
Le si avvicinò
e con gli artigli
scheggiò i mobili e le pareti
poi le ritrasse come fosse un gatto
e posò le sue dita sulla bambina
prima le gote, dopo le labbra
per una carezza che fu dolcissima.
<<Sei venuta per portarmi via
per porre fine alla mia malattia
se anche tu taci io lo sento
i tuoi pensieri non hanno segreti.>>
Era venuta per portarla via
ma avrebbe voluto essere altrove.
La bambina si
toccò il petto
al suo interno inferno e tempesta
<<Soffrirò?>> Domandò alla morte
ciononostante le tese la mano
un solo istante e dimenticò tutto
benché avesse poco da ricordare.
Volò distante,
dove non era arrivata
eccitata, forse persino felice:
<<Questo posto è davvero bellissimo
fiori di stelle e profumo di pioggia
non c’è luce e però non importa
Le tenebre danzano dentro i miei
occhi.>>
E la morte
smarrì qualche lacrima
che impattò sulla bambina
dopodiché le sorrise e la strinse a sé
poi la baciò e penso un po’ più forte:
<<Mai nessuno, amore, alla tua età
dovrebbe raggiungere un posto così…>>
N° 2970 - 5 agosto 2015
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento