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sabato 1 agosto 2015

IL MARE PLACIDO

Persino le onde tacquero
quelle poche e struggenti parole
che avevano presto imparato
dai messaggi nelle bottiglie
dalle imprecazioni dei naufraghi
troppo distanti dalle proprie terre.

L’orizzonte pareva bruciare
sicché si stendeva con garbo
sopra le acque del mare placido
ed ogni tanto passava un delfino
a tagliare in due quelle acque
che si increspavano dopo sbuffavano.

E la sabbia, sotto la luna nascente
pareva essere il giaciglio perfetto
per gli scheletri delle conchiglie
adesso dimora dei granchi in amore
quella sabbia, al nuovo tramonto
profumava di salsedine e lacrime.

Molto lontano un solo gabbiano
impettito sovrano del cielo intero
volava sfidando l’uragano in arrivo
lo avrebbe fermato se avesse potuto
e però gli bastò un mio pensiero
perché egli si arrese e cercò un riparo.

E la sabbia, sotto la luna migrante
pareva essere il giaciglio perfetto
per il mio addio a questa vita
ad una spanna dal mare placido
laddove io mi addormentai
e non rammento d’essermi destato.

  N° 2956 - 18 luglio 2015

                                                 Il Custode

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