Sua Eminenza
ha una casa sinistra
enorme che pare voglia inghiottirmi
e nella notte è ancor più terrificante
colpita dai fulmini, sferzata dal vento
e però egli è talmente potente
da spaventare perfino il demonio.
Mi stringe la
mano come una morsa
io vorrei fuggire ma ho troppa paura
egli sorride il suo ghigno da santo
il mio cuore implode sotto i miei seni
seni minuscoli di minuscola bimba
ma Sua Eminenza non se ne cura.
Mi aggrappo al
battaglio del portale
il suo sorriso diventa una smorfia
io vedo il male dentro il suo sguardo
l’inferno di certo è più sicuro
la pioggia flagella l’intero chiostro
ma noi siamo al riparo del porticato.
Saliamo le
scale mentre egli sbava
io mi sento davvero a disagio
come se mi inoltrassi nel buio
in una foresta dipinta di pece
dove occhi luminosi ed affamati
sembrano essere pronti a ghermirmi.
Nella sua
stanza, tra quadri ed ermi
e pareti che ristagnano lacrime
sopra il suo letto, sotto il baldacchino
egli siede e mi è tremendamente vicino
Sua Eminenza mormora parole oscene
mentre mi tocca in maniera indecente.
Si fa più
deciso, quasi selvaggio
le sue mani bruciano sulle mie cosce
sembrano ratti diretti al mio pube
io vorrei gridare ma non saprei cosa dire
Sua Eminenza mi bacia e perde saliva
come bollente acido sulla mia pelle.
Ed ecco, egli
mi prende e mi fa male
i miei occhi sputano gocce di dolore
afferro le lenzuola, serro le gambe
intanto egli ansima brezza rovente
sopra il mio collo, fra i miei capelli
infine io vomito per il disgusto.
Un amplesso
breve eppure interminabile
egli si riveste, il mostro si ricompone
mi conduce a casa come se nulla fosse
io vedo il male dentro il suo sguardo
Sua Eminenza si china, mi accarezza il capo:
<<Guai a te se lo dirai a
qualcuno…>>
N° 2961 - 25 luglio 2015
Il Custode
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