Tilde si
specchia
dentro le acque del lago
in un inverno di spilli
che pungono sulla sua pelle.
Sotto la
crosta di ghiaccio
lei scivola con la corrente
ed insegue una via d’uscita
prima che giunga la fine.
Oltre quel
muro di vetro
il cielo e dopo le nuvole
e Tilde si muove veloce
a cercare il primo pertugio.
Adesso i suoi
occhi d’oceano
fanno fatica a vedere
i muscoli si fanno pesanti
Tilde non riesce più a muoversi.
E chissà mai
se è caduta
oppure qualcuna l’ha spinta
e questa la triste domanda
che adesso si pone il salmone.
Oltre quel
muro robusto
il respiro di Tilde si spenge
e mentre perde l’ultima lacrima
lei muore e non sa ancora perché.
N° 2964 - 28 luglio 2015
Il Custode
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