Translate

lunedì 31 agosto 2015

LO SGUARDO DELL'AMMIRAGLIO

Egli non piange mai
non è stato istruito per questo
e però in fondo al suo sguardo
le lacrime sono oceano in tempesta
e le rughe fra le sue labbra
paiono smorfie dovute all’età.

Sulla plancia, come un sovrano
ed il fuoco a prora e a babordo
l’ammiraglio con il suo equipaggio
mentre piovono granate e scintille
mentre il mare diventa vorace
e spalanca le fauci e il palato.

Occhi a mandorla e volto fiero
degno figlio del tenace Giappone
egli non si giustifica mai
non è stato plasmato per questo
ma quando bacia la bandiera nipponica
ti rivela ciò che il suo cuore pensa.

L’ammiraglio con i suoi marinai
uomini forgiati di acciaio e coraggio
lentamente, come su una scacchiera
cadono i pezzi della sua flotta
ma gli squali sono molto pazienti
e presto avranno il loro banchetto.

Sopra il Pacifico, ed è un paradosso
pare che sia la rotta verso l’inferno
e gli aerei come mosche fastidiose
volano in cielo ebbri di sangue
egli non si arrende mai
non è stato assemblato per questo.

Sputo di drago nella Santa Barbara
e le lamiere si fanno contorte
e le acque sono veloci serpenti
che si insinuano in ogni anfratto
l’ammiraglio con i suoi ragazzi
manichini sopra il grembo dell’onda.

  N° 2986 - 24 agosto 2015

                                                   Il Custode

domenica 30 agosto 2015

PER OGNI TUO PENSIERO

Per ogni tuo pensiero
ho uno zecchino d’argento
mentre il costo di un bacio
è gemma mescolata a cristallo.

E sulla tua pelle d’ovatta
scivolano come di seta
le mani e la mia passione
la voglia d’un tuo sorriso.

Poiché tu sei bellissima
sopra il tuo letto di marmo
e questo tuo fascino estremo
travalica il muro di rovi.

Potessi vedere i tuoi occhi
io sarei trafitto per sempre
dalla loro espressione lucente
da un incantesimo eterno.

Ma amarti è l’unica via
capace di chetarmi il cuore
dopo il mio lungo cammino
alla ricerca delle tue labbra.

Sopra il tuo letto di marmo
il talamo che venne eretto
per te, per la bieca morte
per via dell’ago dell’arcolaio.

  N° 2985 - 23 agosto 2015

                                                   Il Custode

sabato 29 agosto 2015

UN'ULTIMA LUNA

Un’ultima luna
e davanti a lei il baratro
alle sue spalle, la vita
che si trascina a fatica
lei la chiama, l’attende
infine si perde nel buio.

Come una foglia morente
plana senza alcuna premura
intanto la luna la osserva
e pare che perda una lacrima
lei le tende le ali
consumate oramai dall’inedia.

Per sollevarla dal nulla
che spalanca le proprie fauci
lucciole, perfino zanzare
afferrano la sua veste sgualcita
lei le carezza e con garbo
sussurra che non può restare.

Lontano un giovane lupo
le canta una litania antica
nell’oscurità tanto densa
il profumo del grande amore
lei lo annusa, non lo vede
e fa spallucce al destino.

La luna diventa minuscola
il cielo è ancor più distante
l’asfalto è pronto a ricevere
il flebile, moribondo respiro
lei lo sceglie con molta cura
e dopo tace per sempre.

  N° 2984 - 22 agosto 2015

                                                   Il Custode

venerdì 28 agosto 2015

DOVE L'OSCURITA' NON HA PORTE

Ho imparato a vagabondare
il sentiero in cui l’oscurità
non ha porte né anima
da allora non temo più il buio
non mi spaventa la solitudine
e però sono affranto dal pensiero
che nonostante le lune trascorse
io non sono ancora riuscito
a dimenticare il tuo nome
…Salem.

  N° 2983 - 22 agosto 2015

                                                   Il Custode

giovedì 27 agosto 2015

TERRA DEL CREPUSCOLO

Mi guiderà la luna maestosa
ed allora vedrò il tuo sospiro
dove il falco sorvola la radura
e protegge la carcassa del lupo.

Con la freccia ancora nel cuore
e la mia vita fra le tue mani
io sarò docile come il gabbiano
sullo scoglio nel mare in tempesta.

Ed avrò fame delle tue labbra
avrò sete del tuo sguardo invadente
nei tuoi occhi di marmotta in fuga
troverò il mondo che mi compete.

Al primo sabba, durante l’ultimo rogo
dove il crepuscolo avvolge le terre
la tua bellezza sarà la sola risorsa
la ricompensa per aver scelto la morte.

Ascolterò il pipistrello assonnato
ed allora imparerò il tuo nome
dove il campanile è ancora ferito
ed il tuo amore diventò un miraggio.

  N° 2982 - 21 agosto 2015

                                                  Il Custode

mercoledì 26 agosto 2015

UN DILIGENTE CARNEFICE

Se preparo con cura l’ordigno
vedrò i corpi diventare poltiglia
marionette scagliate nel cielo
che poi planano come le foglie
sul pavimento di rovente tenebra
nel cratere della deflagrazione.

Lo ha gridato nella moschea
l’imam dall’espressione severa
e lo ha scritto perfino il profeta
tra le pagine del sacro Corano
che chi uccido è solo un infedele
e gli infedeli sono esseri impuri.

Sarà facile e sarà bellissimo
gli europei sono stupidi sognatori
io li osservo e la rabbia aumenta
se potessi li annienterei tutti
eppure fingo di essergli amico
e questi idioti davvero lo credono.

Io li odio fino nel profondo
sono un soldato alla guerra Santa
gli occidentali, peccatori indefessi
non sono altro che anime indegne
lo ha scritto perfino il profeta
tra le pagine del sacro Corano.

Rimango seduto in maniera pacata
a guardare la gente che passa
con il loro carico di ultimi acquisti
dei negozi nella galleria commerciale
tra le luci e le nauseanti musiche
sono ignari del loro destino.

Le donne cianciano e ridono
i bambini corrono dappertutto
e però il momento è arrivato
prego il Dio, pigio il detonatore
per gli infedeli si scatena l’inferno
mentre io raggiungo il mio paradiso.

  N° 2981 - 19 agosto 2015

                                                  Il Custode

martedì 25 agosto 2015

SPIRITO INSANO

Sono uno spirito insano
evanescente quanto la brezza
il mio nome è legato al silenzio
ha la forma di una goccia di brina.

Ho l’anima di oscuro delirio
come un demone, quanto un disperato
l’amore mi è passato vicino
non l’ho visto giacché sono cieco.

A volte ricomincio a sognare
ed i miei sogni diventano pietre
ma siccome io nacqui folle
spargo sangue e semino tempesta.

Benché io sia fatto di fumo
il cuore è una lastra di ghiaccio
che respira a pieni polmoni
un rivolo di lava bollente.

Ed osservo la morte che giunge
aggrappata ad una stella cadente
e però io sono solo un ricordo
che il tempo ha scordato in un canto.

Questa mia camicia di forza
stringe forte e mi dà prurito
se io grido il mio grido è robusto
quanto l’ululato del lupo.

La luna che dispensa le lacrime
è malinconica al mio passaggio
dacché ha imparato l’arcano
che io celo sotto le mie unghie.

Sono uno spirito insano
un sospiro sputato dal tuono
i miei occhi sono fatti del nulla
la mia vita non è che una bugia.

  N° 2980 - 18 agosto 2015

                                                   Il Custode

lunedì 24 agosto 2015

TEATRO DELLE OMBRE

Muovono sopra il palco
quelle figure testarde
e sotto i riflettori spenti
danzano come la polvere
come se il tempo, la morte
non fossero mai accaduti.

Sulle poltrone, nella platea
la stoffa è ancora impregnata
del lezzo acre e vomitevole
provocato dagli antichi ricordi
ma continuano la loro recita
le ombre degli artisti defunti.

Sopra i tendaggi sbiaditi
e sul legno dei loggioni
vi sono le macchie di tenebra
il marchio lasciato dal fuoco
come artigli sopra la schiena
di ciò che restò del teatro.

Tacciono oramai gli applausi
siccome le grida d’orrore
ma concedono l’ennesimo inchino
gli spettri di chi venne arso
dalle fiamme che si alzarono
per procurare anime al diavolo.

  N° 2979 - 17 agosto 2015

                                                  Il Custode

domenica 23 agosto 2015

UN TEMPO IO FUI...

Un tempo io fui baco da seta
appoggiato ai rami del faggio
e tacevo per non destare il ragno
e bevevo sidro con la libellula.

Dopo ancora io fui gazzella
sotto il sole della savana
il leone mi invitava a giocare
ma nel gioco io morivo ogni volta.

Poi divenni bambino emaciato
aggrappato alla rete del campo
da distante io vedevo la torre
vomitare cenere di esseri umani.

Fui una stella caduta nel mare
che bussò alle porte di Atlantide
il vecchio re mi incollò al suo cielo
per illuminare le perpetue tenebre.

Mi trasformai in un triste lupo
che attendeva la sua Isabeau
nelle tenebre lei era un falco
io un cavaliere robusto e solo.

Nel deserto della mia fantasia
scrivo parole destinate al vento
perché un tempo io fui in amore
ma questa è una storia inventata.

  N° 2978 - 15 agosto 2015

                                                  Il Custode

sabato 22 agosto 2015

CAMMINO PER CASO

Cammino per puro caso
sopra i tasti del pianoforte
ed intono note tristissime
d’accompagno alla malinconia
uno sfondo senza colore
è questo il destino che ho scelto.

In bilico eppure danzo
per non pensare il passato
ho il cappello ed il bastone
solamente per darmi un tono
l’anima mia è aristocratica
il cuore, un vecchio clochard.

Cammino ed è già notte
dove vivono creature perdute
i gatti che cantano i propri sogni
ad una luna alquanto svogliata
e sui marciapiedi le lucciole
che hanno smarrito il futuro.

È tesa ed è molto robusta
la fune sulla volta del cielo
se non avessi le tasche bucate
io potrei raccogliere stelle
da seminare per le vallate
e sbalordire coleotteri ed api.

I miei occhi sono sudati
eppure la brezza è fresca
ed il mio fazzoletto di seta
è pregno di cicatrici e ricordi
io osservo il buio distante
che pare mi voglia abbracciare.

Seduto sull’ultimo diesis
mi riposo per un solo istante
ho vomitato pensieri malsani
che ho nascosto sotto il tappeto
sicché adesso riprendo il cammino
e non mi interessa arrivare.

  N° 2977 - 13 agosto 2015

                                                  Il Custode

venerdì 21 agosto 2015

QUEL CORPO DI DONNA

No…
non seppe come spiegarlo
alla sua coscienza esanime
ai frammenti di rimorso
e però quel corpo di donna
era davvero bellissimo
come avrebbe egli potuto
rinunciare a vederlo per sempre?

Una siringa ed un ago
acqua mista a potente cianuro
e lei morì in pochi istanti
vomitando bava e poi sangue
ma lui la ripuliva con cura
in maniera da preservare
quelle sue labbra perfette
dispensatrici di baci indecenti.

Gli occhi verde smeraldo
avevano un’espressione severa
sembrava che lei lo rimproverasse
per averle strappato la vita
ma Cristo, quanto era bella!
E nuda non aveva rivali
i grossi seni, i capezzoli turgidi
e la pelle così gelida e liscia.

Un feretro in ghisa e cristallo
Biancaneve o la bella dormiente
lei ondeggiava nella formaldeide
come un fiore di loto sul fiume
ed il tempo fermò all’improvviso
senza intaccare quel corpo di donna
nessuna ruga lo avrebbe scalfito
come lui aveva sempre sognato.

  N° 2976 - 13 agosto 2015

                                                  Il Custode

giovedì 20 agosto 2015

UN VIAGGIO AL TRAMONTO

Questo profumo è magnifico
il temporale appena trascorso
ha lasciato in eredità
l’odore dell’erba bagnata
e le api e le farfalle
se ne nutrono con ingordigia.

Un timido frammento di sole
inseguito dall’arcobaleno
si congeda con un inchino
e lascia il suo posto alla sera
che arriva con le luci soffuse
ed un alone di mistero mistico.

Il tramonto possiede tali colori
che mi ubriacano l’anima
sicché io, animale notturno
li conservo dentro un’arbanella
poi li mostro alla luna nascente
che sorride e mi fa una carezza.

In bilico tra penombra e tenebra
e però mi sento alquanto sereno
ho cominciato un viaggio secolare
ed ho ancora molto da imparare
allora seguo le stelle e le nuvole
ed il sospiro delle onde del mare.

Io non so, ma non ho premura
la sapienza me la darà la strada
e seduto nel grembo del vento
ascolto ogni sua antica leggenda
le racconta in una tale maniera
che davvero mi sembra di viverle.

Sono un volatile, sono un insetto
faccio parte di questa natura
quando l’aurora mi farà moine
rifiuterò con un bacio garbato
e proseguirò il mio viaggio infinito
in direzione della prossima notte.

  N° 2975 - 11 agosto 2015

                                                  Il Custode

mercoledì 19 agosto 2015

LA CALMA DEL GECO

Vengo da lontano
e rimpiango ogni centimetro
percorso sulla cresta del muro
arroventato dal sole d’estate
reso gelido durante l’inverno.

Questa è la mia vita
quella che ha deciso per me
il sorriso di Madre Natura
mutare il destino sarebbe stupido
e non so cosa mi riserverebbe.

Non ho grandi pretese
coltivo però la lieve ambizione
di non dovere suscitare timore
negli occhi di quei bambini
che mi credono essere pericoloso.

Gli insetti fuggono
quando posso io me ne nutro
ma solo perché voglio vivere
nessun odio nei loro confronti
soltanto amore per la mia esistenza.

A volte osservo la luna
e accidenti, quanto è bella!
Nel silenzio, sotto le tegole
vorrei esprimerle la mia ammirazione
vorrei che leggesse i miei pensieri.

Io sono buona creatura
un geco dalla corazza dorata
e se scivolo furtiva tra l’erba
è per sfuggire a quegli umani
predestinati ad essere crudeli.

Ma questa è la mia vita
ed io ne sono davvero appagato
perché annuso la piena libertà
mutare il destino sarebbe sciocco
giacché io mi sento bene così.

  N° 2974 - 10 agosto 2015

                                                  Il Custode

martedì 18 agosto 2015

I RACCONTI DI ALDA

Nella sua stanza
in bilico sulle pareti
un crocifisso ed un ragno
un’ombra che fugge furtiva.

Lei la rincorre
con gli occhi e con le dita
poi scrive l’ennesimo scritto
che pare parlare del nulla.

Il pavimento è una distesa
di fogli e di schizzi a matita
e vi annegano i suoi racconti
i suoi viaggi nella fantasia.

La penna è una spada forgiata
per affrontare demoni e draghi
la gente crede che sia pazza
ma non sono tali i poeti migliori?

Amore e solitudine immensa
poche lacrime…tanto non servono
dentro i quaderni di Alda
le parole sono da pelle d’oca.

La sera lei riceve la visita
della sua estimatrice più grande
la falena dallo sguardo saggio
l’ascolta e danza intorno alla luce.

Sulle lenzuola del letto
macchie di inchiostro e sangue raffermo
le prime frutto d’ogni poesia
le altre a causa del suo dolore.

A volte lei grida, la notte
la eco dei suoi ricordi svaniti
il dottore asserisce che è pazza
ma lei non è che una sognatrice.

  N° 2973 - 9 agosto 2015

                                                Il Custode

lunedì 17 agosto 2015

UN'IMMENSA DISTESA DI LACRIME

Quella donna recava con sé
un dolore talmente vasto
che ben presto la condusse
alla totale solitudine.

Ed il cuore le bruciava
come una lampadina accesa
i suoi pensieri erano falene
che gli volavano intorno
nel tentativo di chetarlo
per impedire che implodesse.

Il fatto che fosse bellissima
non aveva più importanza
da quando non sapeva a chi
dedicare il suo triste sguardo.

Ed al calare della sera
sentì qualcuno chiamare
allora si guardò intorno e vide
all’orizzonte un’ombra lieve
che nascosta fra le nuvole
pareva quel suo antico amore.

Ma aveva pianto tante lacrime
da crearne un oceano intero
e restò bloccato sul suo scoglio
circondato dalle acque.

E quell’ombra chiamò ancora
fino al nucleo della notte
la voce sua rimase pacata
un sussurro tra le onde
lei non seppe cosa rispondere
ed egli, infine, si stancò.

  N° 2972 - 8 agosto 2015

                                                Il Custode

domenica 16 agosto 2015

CASA DI IERI

Entra prestando attenzione
dentro la casa di ieri
sul pavimento oltre la soglia
ancora agonizza il mio cuore
tra le fughe delle mattonelle
il mio sangue tramutò in poesia
quella che io ti ho dedicai
e che tu vendesti alla zingara.

La tenebra sulle pareti
è l’alone delle nostre ombre
un tempo talmente vicine
da sembrare un’unica macchia
ma una scossa di terremoto
disegnò una crepa sul muro
d’improvviso noi fummo distanti
quale fu mai il sortilegio?

Cigola la sedia a dondolo
al vento piace quel suono
agli angoli d’ogni soffitto
danzano le tele dei ragni
lo stesso è per le tende
da sempre maestre di musica
persino i nostri spettri
per un attimo sorridono ancora.

All’interno di un carillon antico
le gocce del tuo profumo
tu forse non lo ricordavi
ma per me era causa di estasi
e dentro la casa di ieri
ti tenevo stretta al mio petto
pensavi che fosse per proteggerti
in realtà era per non morire.

Sopra il parquet impolverato
i passi percorsi dai miei anfibi
sono diretti verso il tuo letto
e sopra il letto, la tua bellezza
due occhi spiano con insolenza
sono gli occhi della solitudine
quella che sulle mie labbra
scrisse cattive parole d’addio.

Noi non fummo molto loquaci
ma ci raccontammo l’essenziale
sicché spengemmo ogni voce
che non faceva parte di noi
dentro la casa di ieri
un giorno io giurai d’amarti
e seppure col cuore in poltiglia
non ho mai smesso di farlo.

  N° 2971 - 6 agosto 2015

                                                Il Custode