Taci, o verba
che il cor feristi
più che potea la spada
e l’amor mi fu negato
pe’ l’offesa che recasti.
Taci la tua
supplica
or che giunge invano
che l’oblio m’attende
lo demonio m’acclama
all’iniziar dell’inferi.
Rimembra, o
verba
dacché fosti malvagia
che l’odio alimentasti
financo che l’orgoglio
ti fu indegno consigliere.
Rimembra
quella pelle
le labbra e l’occhi scuri
che andarono smarriti
travolti dalla tua ira
e non ebbero a tornare.
N° 2122 - 11 giugno 2012
Il Custode
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