Giace il mio
corpo
sotto gemme di bacche
accarezzate dal sole
tra maliziose moine
e scende il mio sangue
come rugiada sull’erba.
Il pensiero è
in fuga
oltre il muro di luce
ho ancora pochi respiri
stretti fra le mie labbra
ed un sorriso incosciente
che non sembro morire.
Si stagliano
come giganti
accanto alla mia carcassa
gli odiati soldati nazisti
e ridono e bevono birra
e chi, quale ultimo oltraggio
urina sopra il mio volto.
Cacciatori
esperti e malvagi
hanno fiutato la preda
tra questi boschi ingialliti
ed i monti della Liguria
e quando mi hanno stanato
non hanno avuto pietà.
La mitraglia
posa tra i fiori
mi è stata fedele compagna
il tramite ahimè illusorio
di sconfiggere l’invasore
ma questo fuoco nel petto
dimostra il mio fallimento.
Addio cielo
terso e sereno
e donna che ancora mi attendi
adesso che mi sto spegnendo
non voglio croci né preti
preferisco incontrare l’oblio
anziché la menzogna di Dio.
N° 2205 - 19 agosto 2012
Il Custode
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