La mia ombra mi segue
per le strade di Londra
tra la nebbia e la notte
dove attendi il cliente
prostituta e volgare
dall’esistenza balorda
incomprensibile paura
di incontrare la morte.
Ho le mani grondanti
del tuo sangue inetto
prostituta ed inutile
sguardo di sorpreso dolore
ed il mio bisturi viaggia
a solcarti la carne
la tua lacrima scintilla
nelle mie pupille malvagie.
con mestiere ti squarto
le tue gambe si agitano
scossa di vita che sfuma
e rincorri il tuo respiro
che non puoi più fermare
prostituta e rifiuto
di una società da curare.
Ma non sei che la prima
e non sarai certo l’ultima
prostituta e solitaria
che non piange nessuno
mentre i miei passi tuonano
nel silenzio di Londra
per lasciare l’impronta
del dominio di Jack.
N° 1285 - 15 ottobre 2008
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento