Travolgimi lo
sguardo
in questa notte di gelo
tu, o mia strega vichinga
nata dal sospiro d’un fiordo
dal mio bisogno di sangue.
Noi, maledetti
e dannati
quanto divinità in disuso
ci ergiamo sulla collina
e l’odio possiede la valle
come falce che miete anime.
Stelle in
caduta libera
si riversano nei tuoi occhi
come l’impeto di una marea
che sovrasta le coste assonnate
e flagella le inutili blatte.
Noi siamo
stirpe dominante
generata da lycan e vampiri
fauci che affondano nelle carni
delle nullità che infestano il mondo
col dogma malvagio della religione.
La seta che
modella il tuo corpo
è essenza per le mie mani
tu, o mia strega vichinga ed altera
quanto la morte che giunge
e decapita i nostri detrattori.
Noi, maledetti
e dannati
figli di un amore violento
riempiamo gli zaini di cuori
con i quali nutrire la prole
nel nostro impero di tenebra.
N° 1974 - 18 febbraio 2012
Il Custode
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