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domenica 29 settembre 2013

NAMASTE'

Sciolgo in un gesto
questa pace dell’anima
e lascio che il fiume
accolga tra le sue acque
la eco del mio pensiero
mentre lo spirito fonde
tra i ritocchi di cielo
le pennellate di nuvola.

Ho nello sguardo
la serenità di chi perde
ed una scheggia sottile
vibra dentro il mio cuore
tra templi e pagode
la mia ombra mi chiama
tra la magnolia ed il salice
un sorso del mio sorriso.

Ed in cima alle labbra
resta un frammento di nome
che adesso appartiene
al raggio di luna più intenso
e le mie mani giunte
sembrano volerla fermare
ma la tua immagine scorre
come fosse onda del Gange.

Io penitente, in ginocchio
nella posizione del loto
lascio viaggiare i ricordi
e quietare i miei conflitti
che se anche morissi
sarebbe per brevi istanti
quelli che tu hai dedicato
al mio amore profondo.

  N° 2307 - 11 novembre 2012

                                                 Il Custode

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