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lunedì 30 settembre 2013

E LEI DANZA

Lei danza
sotto il filo sottile
di una luna serena
nella notte di brezza lieve
che profuma d’incenso
ed è talmente bella
che pur di contemplarla
i lupi sopra i monti
smettono di ululare
e le farfalle dei prati
si dimenticano di morire.

Danza il ballo della vita
e continua a volteggiare
e la vita a volte è triste
ma è comunque da vivere
e le lacrime aggrappate
sulla punta delle ciglia
smarriscono la presa
e scivolano via dai suoi occhi.

Danza il ballo dell’amore
che lei stringe fra le mani
e l’amore spesso è un miraggio
ma lei continua a cercare
ed il suo cuore batte forte
il suo respiro copre il cielo
e le nuvole svaniscono
le stelle tornano a brillare.

Lei danza
sotto il raggio ovattato
di una luna piena
nella quiete del silenzio
musica che carezza la foresta
ed è talmente bella
che pur di rimirarla
i pipistrelli delle grotte
non fuggono la luce del sole
e gli uomini malvagi
si dimenticano di uccidere.

  N° 1484 - 13 aprile 2009

                                           Il Custode

DA MILLE SECOLI

Ti amo da mille secoli
tanto da credere che
il tempo si fosse fermato
tra giorni di beatitudine
a contemplare il tuo viso
dopo tenebre e sospiri
sotto lo sguardo imbarazzato
della luna, poi delle stelle.

Le mie dita, simili a ragni
sopra la tela delle tue gote
poi in alto verso i capelli
di seta leggera e di profumo
e sulle labbra il desiderio
di scorrere il tuo corpo
con un tocco rapido e soave
come fossi farfalla tra i fiori.

E si ingrigiscono le nostre vite
la passione, come rugiada
si frantuma sopra le foglie
evapora al bacio del sole
ma l’amore diventa bisogno
di stringerti nell’anima
per mille secoli ancora
esattamente da quanto ti amo.

  N° 1868 - 26 settembre 2011

                                                         Il Custode

CADUTA DI ICARO

Ho indossato le tue ali
per sfuggire al labirinto
ma mi hai condotto alla morte
padre mio troppo loquace
e stupidamente avvezzo
a subire il fascino femminile.

Così scatenasti l’ira di Minosse
che ci condannò all’oblio
tra i meandri interminabili
di quella cieca prigione
che tu stesso creasti
con la tua fantasia instabile.

Allora modellasti la cera
quale unica via di scampo
ma era una fragile utopia
ed io mi sono infranto al sole
e ti ho teso le mie braccia minute
affinché fermassi la mia caduta.

Ma tu non mi accogliesti, padre
ed io annaspavo tra le onde
mentre il mio respiro giovane
diventava sempre più fievole
ed il mare si cibava di me
che imploravo il tuo aiuto.

Dunque ti maledico, Dedalo
che ti sei venduto il mio destino
tra le maglie della tua ambizione
e mi hai guardato morire
piangendo lacrime sterili
che ingrossavano l’oceano.

  N° 1013 - 21 marzo 2008

                                                    Il Custode

BABILONIA E' DISTANTE

Vieni amore bellissimo
nei miei sogni più indecenti
Babilonia è distante
ma arriveremo in un lampo
sul dorso del mio cammello
prima che giunga l’aurora.

Il tuo nome è poesia
parole in antico aramaico
e pare composto di stelle
che giocano dentro la notte
sembra un soffio di vento
rubato ad un sospiro di luna.

Sei un desiderio allettante
custodito dalla mia anima
e come i templari col Graal
ti proteggo da occhi indiscreti
da chi non comprende il tuo cuore
e venera solamente il tuo viso.

Babilonia è distante
oltre le dune e lo Zenit
tu, gemma da mille e una notte
sarai meta del mio destino
poiché il tuo intenso sorriso
è la cometa che guidò i Re magi.

Prima che giunga l’aurora
a molestare questa magia
adesso che in fondo alle tenebre
io trovo il coraggio di averti
e senza abbassare lo sguardo
rivelarti quanto ti amo.

  N° 2637 - 11 settembre 2013

                                                         Il Custode

A CUORE APERTO

A cuore aperto
fra le mie mani
tu sei bellissima
con il tuo sguardo
di delirio e paura
ed inventi fiabe
di incantesimi d’amore
che mi confondono
e non so cosa fare
con il tuo fragile cuore.

Allora ti ascolto
vedo le tue parole
che sono molto sagge
sono ciò che cercavo
e mi nasce un sorriso
che attendevo da secoli
da mille cuori falsi
calpestati con rabbia
mille probabili amori
annegati nel sangue.

Attratto dai tuoi occhi
di cartapesta di Halloween
ti cedo il mio respiro
e mi innamoro di te
mi avvicino al tuo petto
per riporvi il tuo cuore
ma tu sei bellissima
e l’emozione mi sovrasta
così il tuo cuore mi scivola
frantumandosi al suolo…
...che tristezza!

  N° 1404 - 4 gennaio 2009

                                                     Il Custode

ZELDA

Il corsaro
al tavolo nella taverna
annusava gli odori
di fumo intenso e sudore
in disparte
quasi avesse paura
che le sue lacrime al suolo
facessero troppo rumore.

Lui beveva
rhum da pochi dobloni
che bruciava il palato
quanto le navi affondate
perché il ricordo
lo stringeva con forza
e le notti con Zelda
non erano ancora scordate.

Fianco a fianco
tra la sabbia e le onde
prima di ogni battaglia
Zelda col suo bel viso
lei combatteva
impavida come un guerriero
e curava i feriti
col lampo del suo sorriso.

Rughe e sangue
volti di pietra scavata
tra la baia e gli scogli
dove la vita è più vera
e si racconta
che quel loro amore
divenne presto leggenda
non fu mai una chimera.

Ma il destino
Dio cattivo e impietoso
raccolse il corpo di Zelda
lo trascinò in fondo al mare
in una notte
in cui la luna sgridava
stelle troppo insolenti
che non volevano brillare.

Ed il corsaro
al tavolo nella taverna
frantumava i bicchieri
che aveva disposto in tondo
rabbia acuta
tempesta tremenda e violenta
che sferzava il suo cuore
non il suo dolore profondo
e lo lasciava
in balìa delle immagini
Zelda e lui sul veliero
alla conquista del mondo.

  N° 1714 - 27 marzo 2010

                                                 Il Custode

YAEL ALLA GUERRA

Tu avevi il sorriso
di cristallo splendente
sogni di amore puro
a carezzarti la notte
i tuoi occhi profondi
come gemme di sabbia
eri bella davvero
eri bella da sempre.

E nei tuoi brevi anni
tu giocavi alla vita
equilibrista incosciente
sul muso del tuo destino
nella tua terra ferita
germogliata dall’odio
secoli di guerra santa
ma è mai santa la guerra?

Ecco cosa rimane di te
brandelli di carne che volano
sopra le piante di cedro
ai piedi del muro del pianto
ed i tuoi brevi anni
hanno incontrato la morte
figlia di un’effimera patria
fiore reciso di Israele.

  N° 1706 - 25 febbraio 2010

                                                       Il Custode

WALPURGA

Nella notte di Walpurga
è prepotente la luna
che pare voglia occupare
i cieli sino alla Scozia
siccome tu sei bellissima
vestita di brezza e ninfee.

Dacché io ti amo talmente
osservo danzare le lucciole
e sembrano fate dei boschi
attratte dai tuoi capezzoli
riflesso sull’acqua del lago
il tuo corpo è irresistibile.

Ma siamo animali in fuga
dove la luce si attenua
temuti, e dunque braccati
dai vescovi e dagli ignoranti
tu seguimi, o fragile amore
ai falò dell’oscura foresta.

Hai un viso che pare creato
per questi miei umili occhi
e soltanto chi può ammirarti
comprende cos’è la bellezza
hai un viso che devo baciare
e marchiare delle mie labbra.

Sarà il mio petto di marmo
a proteggere il tuo giovane cuore
dalle frecce e dalle alabarde
brandite dai soldati di Dio
tu, amore mio d’ogni vita
da difendere fino alla morte.

Adesso e sotto le stelle
è tempo di tenerti stretta
e lasciare scivolare le dita
sulla tua morbida pelle
adesso è in balìa delle tenebre
tu sei fonte del mio respiro.

  N° 2529 - 3 giugno 2013

                                                 Il Custode

VACUA

Ti guardo e sono sereno
dentro i tuoi occhi stupendi
che sembrano essere docili
lo specchio della tua anima.

Ti guardo e mi sento deluso
poiché quello che io vedo
non è che un’immagine opaca
non assomiglia a ciò che dicevi.

Ed osservo cadere il tuo cuore
verso il palmo della mia mano
ma non emette alcun battito
non dice nessuna parola d’amore.

Io osservo cadere il tuo cuore
allora mi scosto da un lato
sicché impatta il pavimento
e si frantuma come cristallo.

Mi aggrappo al tuo bel viso
per non precipitare da solo
c’è il baratro, dopo è l’oblio
ma forse non è che il destino.

Mi aggrappo però perdo la presa
e tu non sprechi alcun gesto
per tenermi sulle tue labbra
e darmi ancora un giorno di vita.

Adesso usi un'ultima lacrima
io mi illudo per un istante
che tu ti sia accorta di me
e che non sei poi così vacua.

E ti sfugge un'ultima lacrima
ecco dov’è che io affondo
ed annego nella totale assenza
del sentimento che hai millantato.

  N° 2441 - 17 marzo 2013

                                          Il Custode

UKRAINA 1933

Il compagno Stalin
non è il nostro compagno
ma un dittatore malvagio
che ci riduce alla fame
ci deruba del raccolto
lascia morire i nostri figli
distesi sopra i marciapiedi
e pasto per la gente affamata.

Noi odiamo il suo comunismo
l’utopia che lo ha generato
il partito dei proletari
non è altro che una menzogna
dentro i palazzi di Mosca
il Politburo si ingrassa
ma nelle campagne ucraine
la terra diventa arida e spoglia.

Noi rimpiangiamo lo Zar
che era molto meno gaglioffo
la fottuta rivoluzione d’ottobre
è stata soltanto un abbaglio
il pretesto elaborato con cura
dagli scaltri gerarchi sovietici
per conquistare il potere
E ridurre in miseria il popolo.

Ma con i forconi e le falci
combattiamo l’armata rossa
non è che una battaglia impari
un gesto di disperazione estrema
ma abbiamo imparato un destino
che ci conduce alla morte
allora tanto vale raggiungerla
nella maniera più dignitosa.
  
  N° 2439 - 14 marzo 2013

                                                  Il Custode

domenica 29 settembre 2013

TACI, O VERBA!

Taci, o verba
che il cor feristi
più che potea la spada
e l’amor mi fu negato
pe’ l’offesa che recasti.

Taci la tua supplica
or che giunge invano
che l’oblio m’attende
lo demonio m’acclama
all’iniziar dell’inferi.

Rimembra, o verba
dacché fosti malvagia
che l’odio alimentasti
financo che l’orgoglio
ti fu indegno consigliere.

Rimembra quella pelle
le labbra e l’occhi scuri
che andarono smarriti
travolti dalla tua ira
e non ebbero a tornare.

  N° 2122 - 11 giugno 2012

                                                  Il Custode

SABBIA NERA

Rammenta almeno il mio nome
quaggiù, alle pendici del monte
travolto dalla sabbia nera
vomitata da questo vulcano
se solo avessi avuto un tuo bacio
la dipartita sarebbe stata più dolce.

E scende il torrente di magma
pare sia diretto all’oceano
e le acque che ribolliscono
divorano le coste ed i fondali
tanto che potrei fuggire solamente
negli anfratti dei tuoi pensieri.

Certo che ti ho amata davvero!
L’ho deciso in punto di morte
l’istante nel quale ho compreso
che sei tu la sola ragione
per la quale lasciare la vita
mi dà veramente fastidio.

Quaggiù, alle pendici del monte
inghiottito dalla sabbia nera
l’anima ed il cuore si sfaldano
bruciano quasi fosse l’inferno
rammenta almeno il mio amore
adesso che non lo posso più dire.

  N° 2489 - 22 aprile 2013

                                                   Il Custode

RACCONTO DALLE STELLE

Una volta c’era un elfo
che volava sopra il mare
e combatteva gli indiani
ed i pirati
i pensieri erano felici
i bambini i suoi amici
ma si innamorò
di una bionda svampita
si giocò tutto
per una bionda svanita.

C’era poi quel burattino
che voleva esser bambino
per sentire le stagioni
carezzargli la pelle
ma la fata lo sapeva
ch’era meglio essere legno
ma lui testardo
s’impuntò sulla schiena
per poi finire
pasto per la balena.

Il profeta di Betlemme
traversò la Galilea
e disse a tutti
d’esser figlio di Dio
era un grande guaritore
presuntuoso ed ingenuo
perché il suo Dio
aveva altro da fare
lo lasciò sulla croce
ad agonizzare.

Arrivò quel dittatore
che vestiva di nero
non era un dark
non lo faceva per mistero
volle cambiare la storia
con il gas ed il moschetto
finì penzoloni
in una piazza di Milano
mentre il suo sogno
si perdeva lontano.

Il navigante genovese
adoperò tre caravelle
e lasciò la Spagna
per raggiungere le Indie
il suo viaggio disastroso
originò un genocidio
morì in miseria
ma scoprì una terra nascosta
ed un tal Amerigo
si prese tutta la posta.

Da uno scoglio di Quarto
salparono mille illusi
che vollero fare
dell’Italia un solo regno
il condottiero ferito
si piegò al re a Teano
mentre la nazione nuova
è tuttora divisa
perché il pregiudizio
è una belva giammai uccisa.

Ed i libri sono pieni
di martiri e carnefici
che hanno scritto
le pagine più nere
secoli di sangue e morte
crudeltà e prevaricazione
perché dalle caverne
s’imparò ad esser malvagi
tutta la storia
fu costruita sulle stragi.

Dove brillano le stelle
nell’universo più scuro
l’essere di luce
finisce il suo racconto
accarezza suo figlio
poi ne bacia il capo
e gli raccomanda
che se vuole crescere buono
non deve emulare
le malefatte dell’uomo
non deve ascoltare
le parole dell’uomo.

  N° 1410 - 9 gennaio 2009

                                                    Il Custode

QUALCUNA STA CHIAMANDO

Qualcuna sta chiamando
dal muro della notte
ed emette un lamento
che sibila come un graffio
dopo scivola sulla mia pelle
e si insinua fra le piaghe
delle mie antiche cicatrici
delle mie giovani rughe.

Si adagiano con eleganza
sopra le acque del lago
i fumi di nebbia insolente
sembrano quasi danzare
come fossero dei fuochi fatui
che stanchi per l’ennesimo ballo
riposano sul letto di ninfee
il tempo di una sigaretta.

Io equalizzo la voce
che arriva da dentro le tenebre
è un suono che ho già ascoltato
fra le pagine di un libro di fiabe
ora pianto il fagiolo magico
affinché ne nasca una pianta
io, in piedi sulla sua cima
godrò di una vista migliore.

Ed ecco, io adesso vedo
è una macchia di pece ed ovatta
si allontana nella brughiera
oltre le sponde argillose
ed io riconosco quel viso
nell’istante in cui sta svanendo
qualcuna stava chiamando
e quella qualcuna eri tu!

  N° 2463 - 1 aprile 2013

                                               Il Custode

PADRE NOSTRO

Padre nostro
che sei una menzogna
io abiuro il tuo regno
artefatto e senza pietà
la mia rabbia è sapere
che non sei mai esistito
dunque non posso odiarti
né ti posso imprecare.

Come in cielo
così è per le terre
la tua bontà fasulla
è descritta con molta sagacia
sono parole e null’altro
dalla fantasia fertile.

Padre nostro
che sei un’invenzione
io abdico alla tentazione
poiché sono un umano
e se ti fossi figlio
io mi sentirei orfano
abbandonato alla nascita
da un genitore arrogante.

Come in cielo
così è per i mari
la tua ombra è una visione
in un'oltretomba distante
dove il peccato è bellissimo
tutto il resto è utopia.

  N° 2633 - 6 settembre 2013

                                                       Il Custode