sulla riva del grande lago
luccicano al sole, le onde
che sembrano essere stelle
perdute da una luna distratta.
La brezza pare la stessa
di quella mattina distante
laddove il pesco piangeva
lacrime destinate al tuo corpo
leggero, in balìa delle acque.
Tu eri bellissima, amore
che davvero io non credevo
che le dita sulle tue gote
fossero proprio le mie
e ti sfioravano come farfalle.
Quanti anni di lontananza
dalla tua gotica e nera veste
eppure, sulle mie labbra
ho ancora il tuo sapore
e il sapore del tuo dolore.
Ma io, ogni tanto ti penso
e penso a come sarebbe stato
quel nostro viaggio a ritroso
alla ricerca del Medioevo
della leggenda del falco e del lupo.
Tu eri meravigliosa, amore
come il destino che muore
poiché non possiede più gemme
in cui crescere e germogliare
un sogno che divenne utopia.
N° 4068 - 2 maggio 2020
Il Custode
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