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lunedì 4 maggio 2020

SCENDO DALLA COLLINA

Scendo dalla collina
perché ho sete di sangue
giacché ho fame di sesso
da tramutare in un incubo.

Incrocio una donna di strada
millanta un amore impossibile
la mano mia nel suo sterno
e piano il suo cuore si cheta.

Con lo sguardo alla luna
attendo la prima pioggia
sarà un connubio perfetto
di tenebre e di malinconia.

Incontro un cane randagio
mi annusa e non scodinzola
sulla mia pelle ha sentito
l’odore di un dolore acuto.

Le nuvole ancora litigano
e creano tuoni assordanti
che con l’aiuto dei fulmini
rendono il paesaggio spettrale.

Raccolgo un gatto smarrito
lo riparo sotto la giacca
forse ho qualcosa di umano
che mi irrita e mi annichilisce.

Risalgo sulla collina
ed inciampo sopra una lapide
sul marmo una fotografia
pare raffigurare il mio volto.

Mi imbatto in una falena
che piange e chiama il mio nome
io credevo di essere ancora vivo
in realtà non sono che un’ombra.

  N° 4072 - 4 maggio 2020

                                                 Il Custode

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