con le mie mani violente
sangue tu, e carne straziata
eppure un amore vero.
Tu sei quel forte legame
che mi conduce al passato
al mio primordiale istinto
di vederti come cosa inutile.
Io voglio vedere la morte
riflessa dentro il tuo sguardo
pronta a carpirti il cuore
e schiacciarlo fra le sue dita.
Bella più che la luna
e però destinata all’oblio
tu, sul tuo letto di foglie
ed intorno formiche fameliche.
Mi guardi e non comprendi
che stai migrando lontano
dove non avrai nessuna parola
con cui maledire la mia follia.
N° 4097 - 29 maggio 2020
Il Custode
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