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domenica 24 maggio 2020

LA STANZA DEL FIGLIO

Lasciai tutto com’era
all’interno della tua stanza
persino l’ombra silente
del tuo ultimo sorriso.

Sicché io ebbi il timore
di perderti dalle mie tasche
ma in realtà non accettavo
d’averti perduto davvero.

Io presi la carta e la penna
per scriverti nella mia anima
raccolsi il filo e l’ago
e ti rammendai nel mio cuore.

Mi dissero, le stelle loquaci
che la tua breve esistenza
era stata un impasto magico
di meraviglia e dolore profondo.

Io non credetti alla notte
quando ti prese per mano
volevo soltanto riaverti
il resto era tempo sprecato.

Ma non accadde così
la vita non è fatta di sogni
quelli che cercai nelle tenebre
dalle quali non seppi tornare.

  N° 4093 - 24 maggio 2020

                                                    Il Custode

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