e mi hai portato con te
ma il sentiero era oscuro
lastricato di cocci di vetro
io, con i piedi nudi
sanguinavo ma non lo dicevo.
Adesso sei sola
io, con le mie ferite
pensavo mi volessi davvero
ma tu percorrevi i tuoi passi
ed il tuo sguardo era spento
quanto la luna nel cielo.
La tua bellezza
è stato un dirupo profondo
io, con la mia incoscienza
sono precipitato all’istante
ti chiesi di risollevarmi
ma chissà, tu, a chi pensavi.
Non sei che un’ombra
distante dentro la sera
e non ti volti più indietro
io, con la mia mente
provo a modellare parole
quelle che tu non ascoltasti.
Infine svanisci
oltre la nebbia e la notte
avrei voluto chiamarti
ma non ti saresti fermata
sicché chiudo gli occhi e respiro
…io, con il mio dolore.
N° 4100 - 31 maggio 2020
Il Custode