come tu fossi il cilicio
che stringe sulla mia
pelle
io sanguino però mi
piace
e ti imploro di
continuare.
Sorseggio il tuo ricordo
dentro un bicchiere
venato
colmo di fiele e dolore
e più lentamente lo
faccio
più io mi appago di te.
Da solo, dentro la notte
domando di te alla luna
lei è l’unica che può
vederti
e posare con garbo le
labbra
per darti il mio bacio
d’addio.
Attendo alla fermata
che passi un soffio di vento
e che mi conduca a te
spero non sia affollato
dei miei pensieri di
rabbia.
Sono secoli che non ti respiro
tanto che ho quasi
scordato
di rammentare il tuo
nome
ma è chiuso nella mia
tasca
e mi basta aprire la
giacca.
Io saprò sempre chi sei
sebbene a te non importi
quello che conta davvero
è tutto l’amore che tu
fosti
e quello che sempre
sarai.
N° 3773 - 5 giugno 2019
Il Custode
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