il vento scuote le
fronde
poi, con un sottile
lamento
si perde tra le gole dei
monti.
Tu sei solo quanto la luna
in questa sera silente
che persino cicale e
grilli
paiono avere scordato
l’amore.
Il prato oltre la tua soglia
è un mare di erba e di
pece
che si piega con un
inchino
poi ritorna come fosse
risacca.
E tu esci sulla veranda
la pelle ha un sottile
fremito
per il bacio della
brezza d’estate
per il ricordo di sogni
perduti.
E però sembra questa la pace
distante da luci e
rumori
laddove la vita è
frenetica
e la gente non vive mai.
Fuori dalla tua finestra
tu resti seduto con
garbo
le nuvole solcano il
cielo
e d’improvviso arriva la
notte.
N° 3683 - 14 giugno 2019
Il Custode
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