poiché ho conosciuto la
morte
ed il dolore di chi
ha voluto seguire il
demonio
e si è ritrovato da solo
a vagare i gironi
infernali.
Dentro la mia casa nera
i pensieri appesi al
soffitto
sono stalattiti di muco
pronte a violare il
silenzio
quello che la mia anima
non smette di
rammendare.
Mi spengo poco alla volta
come io fossi una
sigaretta
ed il fumo delle mie
lacrime
sfida alcune falene
impazzite
che non trovano un punto
luce
e non sanno più per cosa
vivere.
Ma conosco le stanze a memoria
e seppure cieco e
annoiato
io mi muovo con eleganza
quasi che fosse una
danza
il mio incedere veloce e
deciso
sopra il corrimano di
mogano.
Se solo io tornassi bambino
rammenterei i miei
desideri
e non sapendo l’amore
non ne soffrirei così
tanto
ma torturerei le
formiche
che mi rubano i sogni e
il pane.
Dentro la mia casa nera
il carillon suona una
nenia
è l’ultima frase che ho
scritto
prima che io fossi
polvere
avrei voluto che tu la
leggessi
ma il vento mi ha
soffiato via.
N° 3692 - 23 giugno 2019
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento