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lunedì 3 giugno 2019

DERIDO LA MORTE

Nel silenzio io vivo
poiché amo ascoltare
i sospiri e i lamenti
di chi sta per morire
ai quali io però supplico
di farlo con discrezione.

Ho una mente contorta
dalla pietà sfuggevole
forse perché in passato
ho visto in faccia il dolore
oppure non è che il piacere
di ammirare la sofferenza.

Resto nascosto nel buio
in un mondo fatto di luce
a volte mi sento a disagio
nel fingere il disappunto
allora rido e poi canto
come se io fossi un folle.

E sputo sopra le teste
e le persone che bagno
guardano nella mia direzione
ma io sono fatto di vento
allora costoro imprecano
verso il cielo e contro Dio.

Spesso, durante la sera
discuto con le falene
che barattano la loro salvezza
dalle fauci dei pipistrelli
lo fanno donandomi il pasto
ed io offro loro riparo.

Ma non rimpiango nulla
né il male che ho procurato
né il bene da me rifiutato
e chiuso nella mia notte
derido ancora la morte
che tanto non mi appartiene.

  N° 3668 - 3 giugno 2019

                                                 Il Custode

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