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domenica 30 giugno 2019

CAPITANO

Capitano, dentro la stiva
il calore è insopportabile
e tu navighi da molte miglia
per condurci verso l’ignoto.

Ci hai strappati al corno d’Africa
pregustando grossi guadagni
però noi, seppure di ebano
siamo comunque esseri umani.

Ogni tanto si leva un canto
che percorre la nave intera
Capitano, è il nostro dolore
siamo esausti e senza speranza.

La monotonia delle onde
che ci culla come una madre
e la fragranza della salsedine
mescolata al sudore e alla urina.

Molte lune sono trascorse
e si odono i primi gabbiani
sicché, dopo giorni di mare
siamo prossimi al nostro approdo.

Noi scendiamo sulla banchina
Capitano, tu ci scorti e sorridi
l’Occidente ti crede un eroe
ma non sei che il nostro schiavista.

  N° 3697 - 29 giugno 2019

                                                    Il Custode

venerdì 28 giugno 2019

HO VISTO IL MOSTRO CROLLARE

Ho visto il mostro crollare
imponente nella sua caduta
ed il tuono ha coperto il lamento
che egli ha sputato al cielo
dalle fauci fuggivano le anime
dei quarantatré angeli uccisi.

Ho visto la polvere alzarsi
quasi fosse un telo pietoso
che una madre dal cuore affranto
posa lieve sopra il figlio morente
per tenere il suo fragile corpo
lontano dagli sguardi morbosi.

Ho visto l’intera contea
osservarne gli ultimi istanti
col rispetto che si deve a un sovrano
ed i gabbiani volare in circolo
e ho sentito i cani abbaiare
il loro ultimo tributo d’onore.

Ho visto il mostro crollare
un gigante oramai di farina
e le persone, in mesto silenzio
trattenere a stento le lacrime
adesso che, nell’intera vallata
c’è solamente un vuoto struggente.

  N° 3696 - 28 giugno 2019

                                                   Il Custode

mercoledì 26 giugno 2019

COSA E' RIMASTO DI NOI

Cosa è rimasto di noi
è tutto nella mia tasca
dove io volgo lo sguardo
e ritrovo momenti bellissimi.

Ritrovo parole mai dette
ma pensate con forza inaudita
così come fu quell’amore
che io sentivo per te.

Sentivo di averti nel cuore
quanto il suono della tempesta
che piano piano chetava
riempiendo i miei occhi di luce.

Riempiendo la brezza notturna
con la fragranza del tuo profilo
ed io vi scorrevo le dita
e scoprivo cos’era la vita.

Scoprivo che nella tua vista
io ero assoluto Sovrano
ed il regno che tu mi offristi
suscitava invidia e rispetto.

Suscitava nelle farfalle
il desiderio di innamorarsi
seppure non avrebbero avuto
una donna migliore di te.

  N° 3695 - 26 giugno 2019

                                                    Il Custode

UN PROFUMO

Lo sento nell’aria
lo annuso e lo seguo
e mi conduce a te
alla luce che esprime
la tua pelle lucente
dentro la notte oscura.

Fragranza afrodisiaca
ed eccitante, il tuo viso
ora, in balìa del profumo
che tu indossi ed esprimi
e lo fai con molto garbo
con una tale eleganza.

Infine rimango stordito
e scivolo verso di te
perfetta quanto l’amore
atteso per molti secoli
adesso nelle mie braccia
per sempre in fondo all’anima.

  N° 3694 - 25 giugno 2019

                                                    Il Custode

martedì 25 giugno 2019

DIO

Dio si alzò dall’amaca
e si affacciò sulla veranda
davanti ai suoi occhi chiari
osservò nel grande giardino
il miracolo della sua arte.

C’erano fiori di ogni colore
da sembrare l’arcobaleno
e le api sfioravano il cielo
poi planavano come alianti
a caricare la stiva di polline.

Il dolce sguardo dei cani
lo rendeva assai orgoglioso
così come quello dei gatti
che seppure alquanto altero
era di certo irresistibile.

Con la tazza di caffè in mano
Egli godeva di quel paradiso
la perfezione che solo un genio
avrebbe potuto mai modellare
sopra una terra dapprima arida.

Poi accadde che Egli la vide
la creatura da lui prediletta
alla quale aveva donato
la sua immagine perfetta
forse anche il suo pensiero.

Lo aveva plasmato con cura
con un intelletto superiore
lo aveva fornito di libero arbitrio
per proseguire durante i secoli
quello che Egli aveva tralasciato.

Ma mutò la sua espressione
davanti all’uomo, creatura crudele
che aveva raccolto quel sogno
tramutandolo in un’utopia
un incubo che Egli abiurava.

Sicché, ritto sulla veranda
Dio guardò e vide la distruzione
le lacrime gli rigarono il viso
mentre Egli pensò con dolore
di avere dato vita ad un mostro.

  N° 3693 - 24 giugno 2019

                                                      Il Custode

domenica 23 giugno 2019

LA CASA NERA

Io non ho più paura
poiché ho conosciuto la morte
ed il dolore di chi
ha voluto seguire il demonio
e si è ritrovato da solo
a vagare i gironi infernali.

Dentro la mia casa nera
i pensieri appesi al soffitto
sono stalattiti di muco
pronte a violare il silenzio
quello che la mia anima
non smette di rammendare.

Mi spengo poco alla volta
come io fossi una sigaretta
ed il fumo delle mie lacrime
sfida alcune falene impazzite
che non trovano un punto luce
e non sanno più per cosa vivere.

Ma conosco le stanze a memoria
e seppure cieco e annoiato
io mi muovo con eleganza
quasi che fosse una danza
il mio incedere veloce e deciso
sopra il corrimano di mogano.

Se solo io tornassi bambino
rammenterei i miei desideri
e non sapendo l’amore
non ne soffrirei così tanto
ma torturerei le formiche
che mi rubano i sogni e il pane.

Dentro la mia casa nera
il carillon suona una nenia
è l’ultima frase che ho scritto
prima che io fossi polvere
avrei voluto che tu la leggessi
ma il vento mi ha soffiato via.

  N° 3692 - 23 giugno 2019

                                                   Il Custode

sabato 22 giugno 2019

VILLA TRISTE

Il campione arrivò di buon’ora
alle luci del primo mattino
davanti a lui, il grande edificio
pareva essere dimora del diavolo.

La sua colpa era d’essere uomo
che non tollerava i soprusi
ed in sella alla sua bicicletta
recava biglietti per salvare le vite.

Però le voci furono molto veloci
ed il sospetto diventò come serpe
e sotto il caldo sole di luglio
il campione si recò all’inferno.

Sentì, appena varcato l’uscio
il lezzo del sangue ormai rappreso
vide gli spettri in cerca di pace
arrampicati sulle pareti spoglie.

Al cospetto del gerarca fascista
il campione ebbe molta paura
e quando scese per la cantina
incrociò gli strumenti di morte.

<<Soltanto caffè, farina e zucchero…>>
egli rispose alle incalzanti domande
che gli urlavano sopra la faccia
gli psicopatici seguaci del Duce.

Tre giorni e tre notti di prigionia
per il campione scosso e rassegnato
fino a che uno degli aguzzini
si fece garante delle sue parole.

E ritrovato il profumo del cielo
egli si voltò verso la villa triste
spese un pensiero, dopo una lacrima
per chi laggiù continuava a morire.

  N° 3691 - 22 giugno 2019

                                                    Il Custode

venerdì 21 giugno 2019

SIEDITI E ASCOLTA

Dentro la mia mente
io ho perverse passioni
che se solo le raccontassi
farei arrossire la luna.

Tu siediti e ascolta
ed io ti dico i miei sogni
nel frattempo ti lego
dopo averti spogliata.

Il tuo sguardo lascivo
è una scarica di adrenalina
intanto ti cingo le spalle
poi stringo forte i tuoi seni.

Dall’alto della mia vista
tu sei una visione bellissima
con la punta dei tuoi capezzoli
che pare sfidare la penombra.

Lo vedo, ti mordi le labbra
parentesi di eccitazione
io sono il tuo padrone severo
eppure schiavo della tua libido.

E mi porto davanti a te
per lasciare scivolare la lingua
sulla tua pelle salata
di sudore frammisto a piacere.

Rimbalzano sulle pareti
parole rubate ai postriboli
mentre tu sei prigioniera
e questo pare appagarti.

Infine, adesso ti libero
e mi avvicino al tuo viso
lo bacio perché mi appartieni
ti bacio poiché io ti amo.

  N° 3690 - 21 giugno 2019

                                                   Il Custode

giovedì 20 giugno 2019

MI DISPIACE

Penso
per sola pigrizia
agli amori perduti
che sono là
da qualche parte
all’interno della mia tasca
io vi infilo la mano
e mi accorgo
che la mia tasca è bucata
ogni amore è caduto
ed io l’ho calpestato
…e mi dispiace.

  N° 3689 - 19 giugno 2019

                                                  Il Custode

ORDINE NUOVO

Serpi senza alcun pudore
ora si dividono il mondo
e strisciano con fare subdolo
per circuire le prede
e strisciano con eleganza
e mutano spesso la pelle.

Una dinastia di pochi eletti
potenti e privi di scrupoli
avvolgono tra le forti spire
creature facilmente plagiabili
avvolgono con atroce lentezza
fino a provocarne la morte.

Mimetizzate nell’ombra
ipnotizzano i malcapitati
ed è tardi per poter sfuggire
la crudeltà dei novelli sovrani
ed è tardi per qualsiasi pensiero
che non sia indotto dall’ordine nuovo.

  N° 3688 - 18 giugno 2019

                                                  Il Custode

SUL LARIO

Vorrei sentire ancora
il sapore delle tue lacrime
e dirti che sono buone
e giurarti quanto ti amo.

Sei sempre dentro lo sguardo
che pure fu alquanto cieco
davanti al tuo splendido amore
alla tua devozione asfissiante.

Adesso le acque del lago
riflettono la tua bellezza
quella che tu mi regalasti
e che io non seppi accettare.

Raccolte lungo la riva
restano parole mai dette
che quando scese il silenzio
tu fuggisti dalla salsedine.

La tua barca solca le onde
io ti vedo, sola al timone
che dirigi distante la prua
dove io non potrò più vederti.

Addio regina dei miei pensieri
vittima del mio destino lunatico
io vorrei, ma è soltanto utopia
perché tu appartieni al Lario.

  N° 3687 - 18 giugno 2019

                                                    Il Custode