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venerdì 29 marzo 2019

KRAKATAU

L’urlo di un tuono potente
fu così che tutto incominciò
e la gente prese a fuggire
seppure non sapendo dove.

Fumo scuro a sfiorare il cielo
e dopo un fiume di lava
a pettinare le sopite terre
e con esse, le nostre capanne.

Guardavo, che intanto era inutile
trovare riparo e salvezza
quando persino l’oceano
si sentì affamato di noi.

Non so se fu per pietà
ma le onde divennero falchi
in picchiata sulle persone
che stavano bruciando vive.

Non eravamo ad Atlantide
ma ne seguimmo il destino
e scendemmo sul fondo del fondo
scansando le stelle marine.

Appagato dalla mortale semina
il Krakatau ebbe a placarsi
che non c’era più nessuno di noi
al quale domandare perdono.

  N° 3597 - 29 marzo 2019

                                                Il Custode

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