ogni suo dolore si
attenuò
alla luce del sole
rovente.
Fece spallucce al passato
e conservò in un otre
tutte le lacrime di
domani
quelle ancora da
spendere
quelle ancora da
immaginare.
Cosa ne fu dell’amore
rimase un astratto
pensiero
quasi un timido soffio
di brezza.
Davvero non ci riusciva
a sentire sulla sua
schiena
il peso della
disperazione
e la fragranza della
sofferenza
causate dall’ennesima
solitudine.
Sino all’orizzonte lontano
luccicavano le placide
onde
e sopra di esse, alcuni
gabbiani.
Seduto sopra il bagnasciuga
con il cuore pressoché
silente
nascose sotto una
conchiglia
le ultime rughe sprecate
infine riprese a
sognare.
N° 3596 - 28 marzo 2019
Il Custode
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