ho artigli molto
affilati
da affondare nei tuoi
muscoli
e sette vite da spendere
con le quali poterti
sfidare.
La notte mi appartiene
è il mio regno da sempre
dove soltanto la luna
ha il diritto di entrare
per camminare al mio
fianco.
Tu invece ti insinui
vai alla ricerca di
anime
le mie vibrisse ti
annusano
e hai un odore
sgradevole
di crudeltà e di
dolore…>>
…Ed il demonio,
sorpreso
mosse nella direzione
del gatto che, sulla
strada
lo fissava negli occhi
e non arretrava di un
passo.
Felino dal grande fascino
e dal portamento regale
come sentenziarono un
tempo
gli antichi egizi, i
romani
perfino i poeti più
saggi.
Sicché tacitò i pensieri
poiché l’animale a lui
innanzi
leggeva le menti ed i
cuori
e le parole che vi erano
descritte
diventavano strategia di
battaglia.
Lievemente, con molta cautela
il demonio posò la sua
mano
sopra il manto del gatto
di velluto ed estrema
magia
che stregava ogni
viandante.
Un fascio di luce violenta
ottenebrò la sua vista
e fu il buio, e dopo
l’oblio
così distante, egli, dal
suo inferno
che ne restò
annichilito…
<<Io non
ti temo
giacché ti ho già
sconfitto
nessun graffio, né
incantesimo
solamente la mia
bellezza
ha saputo renderti
debole…>>
…Adesso,
ritto sul trono
e con il demonio ai suoi
piedi
il gatto vive la sua
vittoria
che coltiva con estremo
silenzio
con l’umiltà degli
imperatori.
N° 3585 - 13 marzo 2019
Il Custode
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