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sabato 29 settembre 2018

VANITA' DEL PAVONE

Nello specchio d’acqua
che il lago regalò
con lo sguardo altero
si affacciò il pavone.

L’odore dell’aurora
scendeva sopra i campi
ed egli, col suo canto
violò pace e silenzio.

Ma fu nel contemplare
la propria immagine riflessa
che si avvide con orrore
del misfatto alle sue spalle.

Dalla sua stupenda coda
mancava, ahimè, una piuma
che adesso scivolava
sui taciti frangenti.

In preda allo sconforto
in balìa dello sgomento
si sporse oltre la riva
per recuperare il suo tesoro.

Accadde molto in fretta
di cadere in mezzo ai flutti
e nel volgere di un lampo
annegare tra le onde.

E con l’incompleta livrea
seppure dalla bellezza intatta
morì in fondo al lago, il pavone
a causa della sua vanità.

  N° 3465 - 29 settembre 2018

                                                          Il Custode

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