amore mio senza tempo
prima di perdere il
senno
e dimenticare il tuo
nome.
Sulla riva dello stagno
con la saliva di un
rospo
perché un giorno fui un principe
in attesa delle tue
labbra
ma quel bacio non arrivò
ed io morii sopra una
ninfea.
Ho usato una piuma di cigno
figlio di un brutto
anatroccolo
e però mi tremava la
mano
sicché tu non lo
decifrasti.
Col colore della notte
il contorno di luna
piena
poiché credetti di
essere un lupo
e tu falco nel cielo
antico
la fiaba gotica che
infrangesse
il delirio di un
sortilegio.
Vennero poeti alla mia corte
e cantori da oltre la
contea
per imparare quelle
parole
modellate di delirio
onirico.
Adesso ti penso ancora
amore mio senza destino
scivola il sangue dalla
mia mano
il tuo ricordo dalla mia
mente
ed io ricordo quanto ti
amai
persino quando il sogno
svanì.
N° 3458 - 18 settembre 2018
Il Custode
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