ad ogni disfatta
che ha insegnato al mio
cuore
a pensare
a vedere oltre la coltre
dei ricordi oramai in
disuso
il ricordo del tuo bel
viso.
Però inseguo l’oblio
rammendato sotto le
unghie
poiché so d’esser
distante
dai tuoi occhi
che simili a cerbiatti
veloci
mi sfuggono ad ogni
sguardo
come gechi sul
davanzale.
Faccio parte del tuo silenzio
e nel silenzio
io mi sento vivo
della notte mi basta la
luna
con le stelle non so che
fare
se non venderle
ad un vecchio sinto.
Io sono lieto
di averti avuta
per un solo, breve
frammento
impigliato alle mie
labbra
e ho creduto
benché me ne penta
che tu lo volessi
davvero.
Ho giocato la tua bellezza
e ho barato
pur di averla per sempre
ma le carte sono
ingannevoli
così come le tue
promesse
sicché ti ho persa
ed ancora mi maledico.
Passerà questa mezza stagione
questa vita inerte
quanto le tue parole
che però a me piacevano
tanto da arrivare a
scriverle
con dell’inchiostro di
china
su di un foglio che
viaggia il vento.
N° 3453 - 12 settembre 2018
Il Custode
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