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giovedì 27 settembre 2018

MI PENTO

Io mi pento
delle speranze promesse
nel buio della tua stanza
quando il vento taceva
nella notte sulla pianura.

I tuoi occhi adorati
come moribonde marmotte
sono immagini indelebili
che io non posso scordare
mentre osservo la vita.

Un percorso irto di spine
così fu quell’amore
ai bordi di una voragine
dove la mia anima gridava
prima di cadere ai tuoi piedi.

Che cosa ne è stato di te
e dei tagli sopra i tuoi polsi?
La fame dentro il tuo cuore
ti ha portata distante
dal mondo, dall’intera realtà.

Io ho disegnato il tuo viso
sulle nuvole di un cielo terso
ma se ancora potessi ascoltare
il riflesso della tua voce
potrei ancora ricordarmi di te.

E però non credo ai romanzi
nemmeno ai fantasiosi racconti
sicché, e seppure mentendo
io rinnego la tua bellezza
e mi pento di averti amata.

  N° 3463 - 26 settembre 2018

                                                             Il Custode

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