queste finestre sbarrate
dentro la mia mente
spezzata
ma dove potrei mai
volare
in questo cielo di
piombo?
Per quanto io vada lontano
non rammento i passi
percorsi
quelli che mi hanno
condotto
dentro questa prigione
di pensieri solamente
accennati.
Io non lo so, io non ricordo
ed i volti dinnanzi a me
sono ombre talmente
veloci
che sfuggono dalle mie
dita
protese verso l’oblio.
Ogni tanto arriva qualcuno
oltre il vetro ed il
silenzio
e mi parla, ma io non
capisco
sicché lo guardo senza
premura
come se egli avesse
ragione.
Sono un uomo, un animale
non comprendo la
differenza
comunque sia io vorrei
provare
a calcare quel buio
sentiero
ma ho paura di non saper
ritornare.
E sprofondo nella mia branda
da dove osservo il
soffitto distante
tra le rughe della sua
tinta
c’è una nuvola, forse
c’è il sole
tutto tranne la mia
libertà.
N° 3457 - 17 settembre 2018
Il Custode
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