ma il suo sorriso è
beffardo
come l’unghia sopra
l’ardesia
che graffia le pareti
del cuore
ed emette un fastidioso
lamento
capace di fare implodere
l’anima.
Sicché le damigelle di corte
dicono di avere il
terrore
di quel suo sguardo
malvagio
che come un pugnale
affilato
penetra e scava negli
occhi
ed estirpa ogni loro
pensiero.
Lei è una preda assai ambita
frutto proibito ai
comuni mortali
dicono che chiunque la
seduca
è destinato a una morte
atroce
ciò che accadde ai
cavalieri e ai plebei
che hanno osato sfidare
la sorte.
Affacciata alla sua finestra
lei osserva la vasta
contea
ed il regno di montagne
e villaggi
dicono che le segrete siano
popolate
di donzelle che più di
lei
possiedono garbo e hanno
bellezza.
Lei, l’arroganza di chi è potente
e convinta di ottenere
ogni cosa
eppure il suo talamo è
freddo
e l’amore solamente
un’utopia
dicono che a lei non
importi
ma nella notte piange in
silenzio.
Sotto la luna e sotto le stelle
lei cammina per il
grande parco
chissà che cosa mai
sogna
quando ogni villico è
assopito?
Lei, la consorte del Re
dicono che è una donna
disperata.
N° 3461 - 24 settembre 2018
Il Custode
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