fu così che tutto
incominciò
e la gente prese a
fuggire
seppure non sapendo
dove.
Fumo scuro a sfiorare il cielo
e dopo un fiume di lava
a pettinare le sopite
terre
e con esse, le nostre
capanne.
Guardavo, che intanto era inutile
trovare riparo e
salvezza
quando persino l’oceano
si sentì affamato di
noi.
Non so se fu per pietà
ma le onde divennero
falchi
in picchiata sulle
persone
che stavano bruciando
vive.
Non eravamo ad Atlantide
ma ne seguimmo il
destino
e scendemmo sul fondo
del fondo
scansando le stelle
marine.
Appagato dalla mortale semina
il Krakatau ebbe a
placarsi
che non c’era più
nessuno di noi
al quale domandare
perdono.
N° 3597 - 29 marzo 2019
Il Custode