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venerdì 29 marzo 2019

KRAKATAU

L’urlo di un tuono potente
fu così che tutto incominciò
e la gente prese a fuggire
seppure non sapendo dove.

Fumo scuro a sfiorare il cielo
e dopo un fiume di lava
a pettinare le sopite terre
e con esse, le nostre capanne.

Guardavo, che intanto era inutile
trovare riparo e salvezza
quando persino l’oceano
si sentì affamato di noi.

Non so se fu per pietà
ma le onde divennero falchi
in picchiata sulle persone
che stavano bruciando vive.

Non eravamo ad Atlantide
ma ne seguimmo il destino
e scendemmo sul fondo del fondo
scansando le stelle marine.

Appagato dalla mortale semina
il Krakatau ebbe a placarsi
che non c’era più nessuno di noi
al quale domandare perdono.

  N° 3597 - 29 marzo 2019

                                                Il Custode

giovedì 28 marzo 2019

LE LACRIME DI DOMANI

Non ebbe più importanza
ogni suo dolore si attenuò
alla luce del sole rovente.

Fece spallucce al passato
e conservò in un otre
tutte le lacrime di domani
quelle ancora da spendere
quelle ancora da immaginare.

Cosa ne fu dell’amore
rimase un astratto pensiero
quasi un timido soffio di brezza.

Davvero non ci riusciva
a sentire sulla sua schiena
il peso della disperazione
e la fragranza della sofferenza
causate dall’ennesima solitudine.

Sino all’orizzonte lontano
luccicavano le placide onde
e sopra di esse, alcuni gabbiani.

Seduto sopra il bagnasciuga
con il cuore pressoché silente
nascose sotto una conchiglia
le ultime rughe sprecate
infine riprese a sognare.

  N° 3596 - 28 marzo 2019

                                                Il Custode

martedì 26 marzo 2019

UN DISCENTE

Il tuo talento
provoca in me
un sentimento malsano
frammenti di ammirazione
mescolati ad invidia profonda
che mi induce ad odiarti.

La tua arte
sublima la mia vista
ma confonde la mia anima
e non riesce a placare
questa ira che mi divora
poiché non ti so emulare.

Tu, il mio mentore
ma vivere nella tua ombra
è per me assai intollerabile
perché sei fonte di ispirazione
altresì della rabbia
di non poterti eguagliare.

Sicché ti uccido
afferro lo scalpello
e ti colpisco con forza
facendo schizzare lontano
tra lo sgomento e l’orrore
i tuoi occhi abituati alla bellezza.

  N° 3595 - 26 marzo 2019

                                                 Il Custode

lunedì 25 marzo 2019

IL BACIO DEL MOSTRO

Con lo sguardo fiero
e diretto verso il patibolo
si incamminò, il mostro
tra il ludibrio della gente.

Sembianze per nulla umane
ma occhi molto profondi
mentre la sua sola colpa
fu quella di suscitare paura.

Eppure, in mezzo alla folla
la donna più bella al villaggio
si fece spazio a spintoni
per giungere alla prima fila.

Desiderata dagli uomini
odiata da donne invidiose
per i suoi capelli di pece
il viso di candida nuvola.

La sua espressione di sfida
fu causa di soggezione
per chi pregustava il piacere
di uccidere un innocente.

E lei, ahimè, consapevole
che mai avrebbe potuto
cambiare l’iniqua sentenza
fermare la crudeltà del boia.

Ma si avvicinò a quell’uomo
si inginocchiò penitente
e chiese con un filo di voce
perdono per la sua fine imminente.

E supplicò un abbraccio
quale ultimo gesto d’amore
dopo pianse un’unica lacrima
però vasta quanto l’oceano.

Il mostro mostrò un sorriso
e la strinse forte al suo petto
mentre dalla piazza cresceva
il disappunto degli stupidi villici.

<<…Ti ho amata più della notte
tanto almeno quanto la luna…>>
poi avvicinò le sue labbra
e le diede un bacio d’addio.

  N° 3594 - 25 marzo 2019

                                                    Il Custode

domenica 24 marzo 2019

SELVATICO

Io ti prendo
in una maniera oscena
e con primitiva libidine
e mi impossesso di te
adesso che l’adrenalina
sale e flagella i miei sensi.

Le mie dita affamate
scheggiano il tuo corpo
la tua schiena, le natiche
dopo, con violenta passione
modellano la tua pelle
dai seni fino alla vulva.

Tu assaggi i miei morsi
i baci e poi i miei sospiri
sulle tue cosce perfette
così morbide da desiderare
io ti contemplo e ti venero
e ti abuso in modo selvatico.

La voglia di te
è un bisogno impellente
tu, che sembri inventata
per farti amare ed odiare
sicché il mio pene ti cerca
ti penetra e non vuole uscire.

Amplesso ed apoteosi
tu sei preda della mia crudeltà
eppure, per il tuo amore
io divento dapprima furia
infine tempesta che placa
sul tuo bellissimo viso.

  N° 3593 - 24 marzo 2019

                                                   Il Custode

venerdì 22 marzo 2019

IL TUO BACIO

Il tuo bacio è intenso
come fosse un arcobaleno lucente…
…e però, durante la sera
io riesco a vedere soltanto
striature dipinte di tenebra.

Le ferite sulle mie labbra
sanguinano fredda rugiada
che quando l’alba si desta
sbirciando sulla pianura
travolge grilli e formiche.

Io, sul ponte monumentale
stringo ancora tra le mani
un biglietto d’addio, una fotografia
ed il mio sorriso alienato
reso poltiglia dal forte dolore.

Molte le persone assiepate
nella grande arteria urbana
da laggiù commentano teorie
delle quali non sanno nulla
ma l’importante è essere presenti.

Sicché, credendomi un demone
io spalanco le ali di ceralacca
e precipito al cospetto del suolo
dove cerco lo stretto passaggio
che mi possa riportare agli inferi.

Il tuo bacio è oscuro
come fosse una notte infinita…
in realtà sono diretto alla morte
mentre nel vento ancora volano
il tuo biglietto d’addio, la tua fotografia.

  N° 3592 - 22 marzo 2019

                                                 Il Custode

giovedì 21 marzo 2019

AMORE E' UNA DICERIA

Ho il vuoto
come se la mia anima
perdesse le proprie emozioni
io le vedo cadere
e fermarsi sul marciapiedi
ma quando provo a raccoglierle
si sfaldano come ologrammi
in mille oscuri frammenti.

È forse questa
la passione che divora
dopo ti abbandona in un canto
senza più nessuna forza
né più alcuna ragione
un burattino al suolo
al quale il destino beffardo
ha tranciato i fili di netto.

Amore è una diceria
una storia inventata
nella quale comporre parole
che pur essendo fasulle
per qualche misero istante
ti sanno scaldare il cuore
quasi ad importi un sentimento
che è solamente utopia.

  N° 3591 - 20 marzo 2019

                                                Il Custode

martedì 19 marzo 2019

LE DONNE CHE UCCIDI

Hanno un’anima immensa
che palpita sogni e pensieri
e sopra quei sogni astratti
loro spendono l’intera vita
dentro i pensieri intricati
macinano gocce di lacrime.

Tu che sei nato per sbaglio
non potresti mai comprendere
quella bellezza infinita
che custodiscono silenti
dentro lo scrigno del cuore
in fondo allo sguardo profondo.

Siccome ti hanno dato la vita
mostra loro riconoscenza
poiché le donne che uccidi
davvero non hanno la colpa
se tu sei un fottuto bastardo
un male da estirpare di netto.

Ma se solo io lo potessi
ti esorterei a non colpirle
eppure tu non mi ascolteresti
giacché la tua mente è vanesia
e non capirebbe le suppliche
di quelle creature sublimi.

Tu e la tua bramosia malata
verso il sangue, per la violenza
fa’ che accada molto in fretta
il loro percorso verso la morte
perché non sei capace d’amare
nessun altro che non sia te stesso.

  N° 3590 - 19 marzo 2019

                                               Il Custode

lunedì 18 marzo 2019

UN LIETO FINALE

Seduto sulla riva del lago
io osservo il tuo cadavere
mosche e zanzare curiose
ronzano intorno al tuo viso
forse per capire chi sei.

Il profumo delle rose selvatiche
dona una sensazione di pace
che sale dalle mie narici
ed invade la mia mente
dopo scivola in fondo all’anima.

Intanto tu galleggi con garbo
sulla superficie dell’acqua
i tuoi occhi sono ancora sbarrati
e fissano il sole distante
come a cercare un po’ di calore.

Chissà che cosa pensavi
mentre ti apprestavi a morire?
Probabilmente al lieve tepore
di questa mattina bellissima
che si affaccia alla primavera.

Io, mentre gioco con l’erba
penso che l’averti ammazzata
è stato il finale lieto e ideale
per la nostra storia d’amore
per la nostra odissea di odio.

E sia…è ora di andare
di tornare al sentiero tra i campi
con la polvere dentro la gola
io ti guardo un’ultima volta
poi ti mando un bacio d’addio.

  N° 3589 - 18 marzo 2019

                                                Il Custode

domenica 17 marzo 2019

LONTANO DAGLI SPIRITI

Lontano…
e non posso nemmeno tornare
ho seminato sassolini di stoffa
ho sprecato briciole e sogni
solamente per trovare una notte
che odorasse ancora di luna.

Avevo spiriti ed ombre
alle quali raccontare bugie
e però, quando ho aperto le ali
l’uragano mi ha divorato
io sentivo le mie voci chiamare
al di là della forte tempesta.

Questi miei occhi pesanti
appesi all’ultimo cielo
eppure non rammento più
se io sono un demone antico
oppure un fragile scricciolo
in cerca di un sorso di fiele.

Se mi volto indietro
io riesco quasi ad immaginare
il viso e finanche il profumo
per i quali smarrii la ragione
ma sono talmente distratto
che impatto le tenebre e rido.

Io non vorrei pensare
ma quaggiù, nella solitudine
il tempo pare si sia fermato
non ho unghie, nemmeno denti
da potere lanciare nel vuoto
e sentire se toccano il suolo.

Perduto dentro il silenzio
io vomito stelle d’amianto
ed anche se io fossi già morto
me ne farò una ragione
d’altronde, l’intera mia vita
a me faceva alquanto schifo.

  N° 3588 - 17 marzo 2019

                                                  Il Custode