Il volto
posato con garbo
sulle radici e tra i vermi
mentre le labbra si nutrono
di terra di umida argilla.
Chiunque tu
fosti, o bambina
non è che un enigma antico
strega oppure vittima ignara
dell’ignoranza dei popoli.
Saranno
orgogliosi i sicari
di quel Dio nato carnefice
tiare dorate e candide tonache
per meglio occultare il peccato.
Hai l’anima
imprigionata
nel labirinto del tuo dolore
frattanto che le tue imprecazioni
annegano nelle ultime lacrime.
Chiunque tu
fosti, o bambina
non ebbe davvero importanza
per risparmiarti il supplizio
di morire di inedia e tortura.
Dentro
un’anonima fossa
come si usa per gli animali
saranno appagati i cristiani
d’averti strappata alla vita!
N° 2805 - 1 ottobre 2014
Il Custode
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