Mi annoio a
morte
mentre arranco a fatica
sopra questa umida terra
fatta di argilla e di cenere.
E però annuso
la brezza
vedo cambiare le stagioni
e dopo la luna e le stelle
osservo albeggiare il sole.
Eppure ho
ancora timore
a maledire il Dio che mi maledì
e mi scacciò come fossi Lucifero
dal suo regno di proibizioni.
L’eden è
talmente distante
e tale è anche il respiro ultimo
di mio fratello che io uccisi
a causa della mia irascibile mente.
Antenato di
una stirpe di folli
io non volli compiere il gesto
ma davvero non tolleravo
l’odiosa perfezione di Abele.
Sicché sconto
la condanna
d’essere stato il primo degli ultimi
nell’animo di chi mi generò
nel pensiero di chi creò il mondo.
Ma mi sovviene
un sorriso
se penso che una misera mela
abbia causato il peccato originale
per cui punire l’intera umanità…
N° 2811 - 24 ottobre 2014
Il Custode
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