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sabato 22 novembre 2014

FANGO

Io intanto annaspavo
mentre la corrente cresceva
e  da qualche parte
tra i gorghi
c’erano le macerie
della mia casa.

Onde di sabbia e di argilla
e fango nelle narici
ma lontano all’orizzonte
quasi fosse l’ennesima beffa
scintillava l’arcobaleno
ritto tra il mare e la collina
ed era bello a vedersi.

Io nel frattempo arrancavo
in quella melma asfissiante
la sentivo fredda e pesante
all’altezza della mia bocca
dopo strisciava come serpente
nella risacca dei miei polmoni.

La pioggia, persino il vento
osavano prendermi a schiaffi
sembrava che soltanto la luna
provasse pena per me
e da qualche parte
nel buio
io mi scordavo di vivere ancora.

 N° 2821 - 17 novembre 2014

                                                        Il Custode

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