Benvenuto a me
o sublime dolore
adesso che nel limbo
e con lo sguardo cieco
io commisero il passato
che non è mai trascorso
e folle dacché nacqui
io mi agito e mi adiro.
Io ti volli,
io ti cercai
sicché scelsi il sentiero
cocci di vetro sul percorso
che io percorsi carponi
ed il sangue sul pavimento
non colmava la mia solitudine.
Ordunque
baciami a lungo
con le tue labbra velenose
labbra irte di stalattiti
e di ghiaccio del prossimo inverno
io sento oltre il mio uscio
la tua luce verso l’oblio
io ascolto ed è bellissimo
rinunziare a questa vita.
N° 2803 - 24 settembre 2014
Il Custode
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