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sabato 21 settembre 2019

UN UOMO DI PORCELLANA

E la luna ruppe gli argini
poi, scavalcate le barricate
corse a cercare la notte
e con la notte, la esile figura
di un uomo di porcellana.

Stretto dentro il proprio paletot
egli riparava il suo corpo
dal freddo sottile d’autunno
e l’autunno se ne ebbe a male
‘ché quello era il suo mestiere.

Egli aveva, tra il filo dei denti
brandelli di speranze usurate
ed il vento e persino la pioggia
pensarono che il suo pensiero
fosse un carillon inceppato.

Gocce di lacrime e alta marea
giocavano sopra il filo degli occhi
ma un granchio, con le sue chele
tagliò quel filo fatto di nulla
ed i ricordi inondarono l’anima.

<<Chi sei, tu, fragranza d’oblio?>>
Domandò ad un’ombra di strada
e quell’ombra era il proprio riflesso
riflesso sopra l’asfalto notturno
dove egli cadde e, infine, si ruppe.

  N° 3792 - 21 settembre 2019

                                                        Il Custode

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