sedendo sopra il suo dorso
però, dentro la notte
il tuo pensiero evaporò
allora ne afferrasti la coda
ma sembrava fatta di cenere
troppo sottile e leggera
per resistere alla tramontana.
Solcando l’oceano
tu ne saggiasti le acque
e nel ventre della balena
perdesti la tua innocenza
ed era umido e molto freddo
il marmo dell’obitorio
seppure, in balìa dell’amore
bruciavi, intanto gemevi.
Nella foresta degli elfi
trasportata dall’uragano
laggiù mille luci brillavano
sopra i cespugli di bacche e di rovi
quando giunse la chiocciola
tu trovasti la tua dimora
ma dentro il suo guscio robusto
ti sentivi davvero sola.
E tornasti al lago
a conversare con i lucci
che però, essendo muti
non ti degnarono d’una parola
sicché, attraverso le lune
tu, d’improvviso invecchiasti
fu allora che comprendesti
di avere sprecato la vita.
N° 3796 - 26 settembre 2019
Il Custode
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