della mia casa fredda
come un amore
quasi fossi uno spettro
ed ogni traccia di te
impregna muri e parquet.
Però in fretta scordasti
che siccome ti amavo
ti avrei detto un addio
con le labbra socchiuse
ed una rosa, una lacrima
fra le mani e la mente.
Incapace di averti
io finsi distacco
dissi che non importava
ovunque tu fossi andata
mentre il mio cuore gridava
insulti e sputi al mio volto.
Un corridoio senza fine
ed oltre, la solitudine
che bussa ai miei vetri
e chiede di poter uscire
verso la notte, la luna
comunque distante da me.
E mi sfugge un sorriso
il senso della mia pazzia
che diverte le ombre
che vagano per le mie stanze
da quanto tu sei svanita
e non ho nessuna da ferire.
N° 3785 - 14 settembre 2019
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento